A Montegrosso i profughi hanno fatto ricredere la comunità sulla loro presenza in paese

Puliscono le strade e studiano l’italiano, i sedici ragazzi ospitati all’interno l’Hotel dei vini di Montegrosso provengono da vari paesi africani e si stanno impegnando per integrarsi

RIFUGIATI IMPEGNATI IN LAVORI SOCIALMENTE UTILI

PROFUGHI A MONTEGROSSO D’ASTI –

Erano stati accolti con perplessità come in molte altre città italiane ma in tanti si sono dovuti ricredere. Da qualche mese infatti l’Hotel dei vini di Montegrosso d’Asti è tra le strutture che ospita sedici profughi richiedenti asilo che provengono da vari paesi dell’Africa. In questo periodo i ragazzi non sono rimasti con le mani in mano e si sono dati da fare. Grazie all’aiuto degli educatori della cooperativa sociale Cdeal, i profughi e richiedenti asilo hanno dato la loro disponibilità a svolgere alcuni lavoretti per la comunità. L’obiettivo è sfruttare questo periodo a Montegrosso per intraprendere un percorso formativo che gli permetta un giorno di trovare lavoro.

LEGGI ANCHE: Ora il tuo telefono è quello di un rifugiato, il video che racconta il viaggio di chi scappa

RIFUGIATI IMPEGNATI IN LAVORI SOCIALMENTE UTILI –

In molti oltre ad impegnarsi nei lavori manuali, ad esempio spazzando le strade, si danno da fare anche sui libri nel tentativo di imparare il prima possibile l’italiano, uno strumento indispensabile per l’integrazione. La popolazione del piccolo paese, inizialmente diffidente, pian piano ha saputo apprezzare gli sforzi di questi ragazzi che nella maggior parte dei casi scappano da situazioni infernali.

PROFUGHI AL LAVORO –

A breve dovrebbero essere promosse ulteriori iniziative come la coltivazione di “un orto didattico” sul terreno che è stato messo a disposizione della cooperativa dalla vicesindaco del paese. I ragazzi ospitati nell’Hotel dei vini sono tutti giovanissimi, hanno tra i 19 e i 28 anni, e per la gran parte sognano un futuro lontano da guerra e terrore ma molto dipenderà dall’esito della commissione che dovrà decidere se dichiararli rifugiati di guerra. Se l’esito dovesse essere negativo ritorneranno ad essere clandestini in cerca di una nuova “casa”. Nel frattempo si danno da fare spazzando le strade e studiando l’italiano.

PER APPROFONDIRE: Immigrazione e sprechi: un miliardo e 162 milioni per pagare i centri d’accoglienza

Torna in alto