Sono aperte, fino al 30 ottobre, le iscrizioni per partecipare all’edizione 2025 del Premio Non sprecare, dedicata agli oceani. Il mare ricopre oltre il 71% della superficie della Terra, fornisce il cibo a circa 3 miliardi di persone, la cui vita dipende dalla biodiversità marina; produce ossigeno vitale per l’uomo; ed è una sorta di termosifone che regola il clima e distribuisce calore in tutto il mondo. Rischiamo di sprecare questo essenziale patrimonio naturale non solo per la crisi climatica, sempre più grave anche per la carenza di decisioni politiche a tutti i livelli, ma anche per i nostri stili di vita con le relative cattive abitudini, specie nel campo dello smaltimento dei rifiuti. Secondo uno studio della Fondazione Ellen MacArthur, di questo passo, entro il 2050, nei nostri mari avremo più plastica che pesci.
Da qui la decisione di dedicare la XVI edizione del Premio non sprecare al mare, confermando l’attenzione dei due partner del Premio, il sito Non sprecare e l’università Luiss Guido Carli, ai grandi temi che impattano sulla qualità della vita, sull’ambiente e sul futuro del Pianeta.
Il Premio non sprecare, un concorso di idee sostenibili, è nato da un’idea di Antonio Galdo fondatore e direttore del sito Non sprecare.it. L’iniziativa si rivolge a varie categorie, e in particolare: Associazioni, Aziende, Istituzioni, Scuole e Università, Startup (under 35), con l’obiettivo di raccogliere e promuovere buone pratiche antispreco che vengono poi raccontate sul sito Non sprecare in un’apposita sezione dedicata al Premio. Per partecipare alla prossima edizione, è possibile inviare la propria proposta entro e non oltre il 30 ottobre 2025. Ai vincitori di ciascuna categoria andranno confezioni di vini autoctoni del gruppo Fantini, nato e radicato in Abruzzo, definita “la regione verde d’Europa” per la sua straordinaria ricchezza naturale e ambientale.
Secondo Antonio Galdo, ideatore del Premio: «Il mare è il paradigma della sfida che stiamo affrontando per tenere almeno la rotta verso i 17 obiettivi dell’Agenda Onu per lo Sviluppo sostenibile, che non riusciremo, purtroppo, a raggiungere entro il 2030. Nel mare si racchiude tutto, dalle straordinarie opportunità che offre, se sappiamo preservarlo e curarlo, ai rischi enormi per tutta la popolazione del Pianeta se continuiamo a deturparlo. Anche con i gesti più banali e più scandalosi allo stesso tempo, come gettare un mozzicone di sigaretta tra le onde o infilarlo nella sabbia. Come sempre, il futuro del mondo sostenibile dipende innanzitutto da noi, dalla nostra volontà e dai nostri comportamenti».
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