La plastica continua a invadere il Pianeta, a tutti i livelli. Il nuovo record, raggiunto nel 2022 (e tutto lascia immaginare che negli anni successivi sia andata anche peggio), prevede che ci sono 52 milioni di tonnellate di rifiuti di plasticadispersi nell’ambiente ogni anno, pari al 13 per cento dell’intero ammontare della plastica prodotta a livello mondiale (400 milioni di tonnellate all’anno). La ricerca, realizzata dall’università di Leeds e pubblicata su Nature, ha elaborato, attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, i dati relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti in più di 50mila centri urbani. I due terzi della plastica abbandonata nell’ambiente si concentrano nel Sud del mondo, creando nuove diseguaglianze, mentre nei paesi industrializzati l’abbandono della plastica, anche in luoghi come il mare, i boschi, i marciapiedi e i parchi, rappresenta la prima fonte di inquinamento.
In generale, come ha spiegato Josh Cottom, ricercatore associato e coordinatore della ricerca, una delle principali cause dell’aumento della plastica dispersa nell’ambiente riguarda il fatto che ci sono ancora 1,2 miliardi di persone, nel mondo, che vivono senza il servizio di raccolta dei rifiuti. Si “autogestiscono”, e spesso abbandonano ovunque la plastica che hanno consumato. Quanto ai paesi ricchi, invece, non ci sono segnali positivi di un reale diminuzione del consumo di plastica, anche per effetto delle pressioni delle lobby legate alla produzione e alla vendita di questo materiale. Non a caso, sono ancora in corso, ormai da tempo, estenuanti trattative, a livello di paesi dell’Onu, per arrivare a un accordo globale contro l’inquinamento da plastica.
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