
Crisi economica, G20, giovani, futuro, il rilancio dell’agricoltura e il ritorno alla terra. Sono gli argomenti che il Papa ha trattato oggi nel breve discorso che ha preceduto l’Angelus nella giornata del Ringraziamento promossa dalla Cei. "La crisi economica in atto, di cui si è trattato anche in questi giorni nella riunione del cosiddetto G20, va presa in tutta la sua serietà: essa ha numerose cause e manda un forte richiamo a una revisione profonda del modello di sviluppo economico globale".
"Malgrado la crisi, consta ancora che in Paesi di antica industrializzazione si incentivino stili di vita improntati a un consumo insostenibile, che risultano anche dannosi per l’ambiente e per i poveri", ha denunciato il Papa prima di toccare punti precisi, pratici. "Occorre puntare – ha affermato – in modo veramente concertato, su un nuovo equilibro tra agricoltura, industria e servizi, perché lo sviluppo sia sostenibile, a nessuno manchino il pane e il lavoro, e l’aria, l’acqua e le altre risorse primarie siano preservate come beni universali".
Contro la disoccupazione e gli eccessi della "industrializzazione" quindi, il rilancio dell’agricoltura per il Papa è "decisivo". Bisogna "rivalutare l’agricoltura non in senso nostalgico ma come risorsa indispensabile per il futuro", ha spiegato Papa Benedetto XVI. Contro la crisi economica, ha aggiunto il Papa ai 40 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, "è fondamentale coltivare
e diffondere una chiara consapevolezza etica, all’altezza delle sfide più complesse del tempo presente, educarsi tutti a un consumo più saggio e responsabile, promuovere la responsabilità personale insieme con la dimensione sociale delle attività rurali, fondate su valori perenni, quali l’accoglienza, la solidarietà, la condivisione della fatica nel lavoro".
Perché la crisi, ha spiegato il pontefice, "è un sintomo acuto che si è aggiunto ad altri ben più gravi e già ben conosciuti, quali il perdurare dello squilibrio tra ricchezza e povertà, lo scandalo della fame, l’emergenza ecologica e, ormai anch’esso generale, il problema della disoccupazione". Il Papa ha quindi invitato con forza a "prendere sul serio la crisi economica". Serve lavoro, la cui "importanza" per l’umanità non va mai dimenticata.
Appellandosi ai Paesi "di antica industrializzazione" perché abbandonino "stili di vita improntati a un consumo insostenibile, dannosi per l’ambiente e per i poveri", il Papa ha descritto come "tentazione" le economie più dinamiche che, in un momento di crisi come l’attuale, è diventato "ricorrere ad alleanze vantaggiose" ma "gravose per gli Stati più poveri", con un prolungamento di "situazioni di povertà estrema di masse di uomini" e il prosciugamento delle "risorse naturali" della Terra, "affidata da Dio Creatore all’uomo affinché la coltivi e la custodisca".
Quindi ha esortato i giovani a tornare a coltivare la terra. "Non pochi giovani hanno già scelto questa strada, anche diversi laureati tornano a dedicarsi all’impresa agricola, sentendo di rispondere così non solo a un bisogno personale e familiare, ma anche a un segno dei tempi, a una sensibilità concreta per il bene comune", ha detto il Papa ricordando l’odierna Giornata del Ringraziamento promossa dalla Cei. "Preghiamo la Vergine Maria – ha aggiunto – perché queste riflessioni possano servire da stimolo alla comunità internazionale, mentre eleviamo a Dio il nostro ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro umano".
Con un caloroso applauso la folla ha infine accolto le parole conclusive dell’Angelus, con le quali il Papa ha rivolto un pensiero all’Iraq e alla sua popolazione che soffre. "Saluto anche gli iracheni qui presenti, – ha detto Papa Ratzinger – invoco il dono della pace per il loro Paese". Nell’ultimo periodo si sono intensificati nell’Iraq già provato dalle conseguenze della guerra e della transizione, gli attacchi alla minoranza cristiana, culminati nell’assalto a una chiesa di Baghdad rivendicato da un gruppo collegato ad Al Qaeda, nel quale ci sono state decine di vittime, tra cui donne e bambini. Oggi la Chiesa italiana ha indetto una giornata di preghiera per l’Iraq. Il presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, questa mattina ha invitato a pregare "per l’Iraq, per le vittime e per i carnefici".