Lampade led: l’Europa delle lobby rinvia al 2018 il loro uso obbligatorio

Le famiglie italiane ci rimettono 780 milioni di euro di risparmi in bolletta e minori sprechi. Intanto i comuni per l’illuminazione scelgono solo il led: già sostituite l’80 per cento delle lampadine di Milano.

MESSA AL BANDO LAMPADE ALOGENE –

A Bruxelles ancora una volta sta vincendo l’Europa delle lobby a scapito di quella dei consumatori. Questa volta la fregatura arriva con la decisione della Commissione di fare slittare di altri due anni, dal 2016 al 2018, la messa al bando delle lampadine ad alto consumo, quelle di bassa efficienza energetica, molto costose in  termini di consumo e molto inquinanti. Formalmente, gli eurocrati motivano questa decisione con la volontà di dare del tempo alle aziende e alle famiglie per adeguarsi alla eliminazione delle lampadine di classe C, le meno efficienti, anche perché in diversi casi si tratta di rivedere gli impianti.

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RINVIO USO OBBLIGATORIO LAMPADE LED –

Ma in realtà Bruxelles si è piegata alla pressione delle lobby industriali nel settore dell’illuminazione che a loro volta hanno bisogno ancora di tempo per scaricare sul mercato l’enorme quantità di lampade alogene che hanno nei loro magazzini e che altrimenti andrebbero invendute. E i consumatori pagano. Secondo i calcoli dell’European Environmental Bureau, che riunisce le più importanti associazioni ambientaliste dell’Unione, la messa al bando delle alogene e di tutte le lampadine ad alto consumo, avrebbe garantito risparmi in bolletta per 6,6 miliardi di euro, dei quali 780 milioni solo in Italia. Non solo: l’introduzione della tecnologia a led su larga scala avrebbe comportato anche una diminuzione dei costi sia degli impianti sia delle stesse lampadine. I risparmi in bolletta dei cittadini significano meno entrate per i grandi gruppi produttori e distributori di elettricità, un’altra lobby molto potente a Bruxelles, che beneficia, in termini di ricavi, di questo rinvio.

ILLUMINAZIONE PUBBLICA A LED IN ITALIA –

D’altra parte, l’affermazione dell’illuminazione a led è ormai largamente condivisa da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, anche in Italia. Non esiste città, piccola, grande o media che sia, che non stia procedendo sulla strada della sostituzione degli impianti. A Roma la società Acea sta sostituendo tutti i punti luce, con una riduzione della bolletta energetica pagata dal comune al suo fornitore del 55 per cento, ovvero circa 15 milioni di euro l’anno. A Milano A2A ha già cambiato l’80 per cento delle lampadine pubbliche, utilizzando sempre e solo la tecnologia led e per l’illuminazione dell’Expo l’Enel ha usato solo led. Non si capisce perché, allora, negli impianti pubblici il led ormai è l’unica tecnologia in campo, mentre nelle nostre case dobbiamo ancora tenerci le vecchie lampadine ad alto consumo ed altissimo inquinamento.

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