
La lotta per la sostenibilità, contro la plastica e l’inquinamento e per il diritto ad un mondo più pulito e più verde ha dodici anni, si chiama Lilly, e, a bordo della sua tavola da paddle ripulisce Bangkok dalla plastica.
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LILLY, LA GRETA THAILANDESE
Il volto sorridente di Lilly, soprannome della piccola Ralyn Satidtanasarn, é il nuovo simbolo della generazione verde dalla sensibilità ecologica spiccata e propositiva. Come le sue (quasi) coetanee, da Greta Thunberg a Ou Hongyi, ha deciso di impiegare il suo tempo per accendere i riflettori sulla malattia del pianeta, ammalato di rifiuti, sporcizia e plastica. A costo di saltare qualche giorno di scuola, ogni venerdì Lilly trascorre ore a raccogliere sacchetti, lattine e immondizia di ogni tipo, destreggiandosi tra canali e passaggi del reticolo di Bangkok, a bordo di una canoa.
La sua storia ha inizio quando ha soltanto 8 anni: durante una vacanza nel sud della Thailandia con i genitori rimane disgustata dalla quantità di immondizia sulla sabbia e nell’acqua. Quel turbamento scava in lei una acuta voglia di fare qualcosa per il pianeta, e così, appena cresciuta un po’, riesce addirittura a coinvolgere nel suo progetto di pulizia del paese anche una decina di ragazzi e ragazze, raccogliendo sacchi e sacchi di immondizia.
Come Greta Thunberg, Lilly é stata capace di iniziare ad aggregare persone intorno al problema dei rifiuti e dei sacchetti di plastica, particolarmente sentito in Thailandia: ogni cittadino, secondo le statistiche, usa e getta ben otto sacchetti di plastica al giorno. Una quantità impressionante, se si pensa che gli abitanti del paese asiatico sono quasi 70 milioni.
LOTTA CONTRO LA PLASTICA BANGKOK
In effetti, uno degli ostacoli principali della lotta di Lilly sono i comportamenti individuali scorretti, che devono essere combattuti con un’adeguata opera di sensibilizzazione sull’uso dei prodotti monouso e dello smaltimento corretto dei rifiuti: Lilly parte dalle scuole, andando a parlare con i suoi coetanei e le sue coetanee, responsabilizzando le nuove generazioni. Con non pochi problemi, in un paese dove il settore petrolchimico dà lavoro a migliaia di persone, rappresentando il 5% del totale del PIL.
Non solo: attraverso la sua pagina Facebook, con l’aiuto della sua mamma americana, attivista verde, la sua voce è riuscita a raggiungere le ambasciate e le Nazioni Unite. Come Greta,comunque, con grande determinazione, é riuscita ad avere un confronto con alcune tra le più grandi società della grande distribuzione, chiedendo, e ottendendo, la riduzione o la dismissione dei sacchetti in plastica, come nel caso di Central o 7-Eleven che si sono impegnate a usarne il meno possibile da giugno 2020.
La storia di Lilly ha fatto il giro del mondo, arrivando in Italia grazie al settimanale Venerdì di Repubblica e all’agenzia Askanews, e immediato é arrivato anche il paragone con Greta Thunberg. Lilly non pare infastidita dalla similitudine, anzi. «Greta è davvero importante per me, per quello che lei simboleggia – ha dichiarato – Lei è una ragazza che ha fatto la differenza, è stata capace di coinvolgere la gente a fare qualcosa insieme. Tuttavia, non andrò all’ONU insieme a lei, il mio posto è qua, la lotta deve esserci anche nel sud-est asiatico».
(Immagine in evidenza tratta da Ndtv.com // Photocredits Ndtv.com)
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