Bresso: la battaglia dei cittadini per salvare quattro ettari di bosco trentennale

Un bosco di trenta anni abbattutto per fare posto a una vasca di laminazione, nient'altro che un grande contenitore di decantazione per le acque, inquinate, del fiume Seveso. I cittadini e le cittadine dicono no a questo scempio ambientale. Proponendo delle alternative

vasche di laminazione seveso

Salvare 4 ettari di bosco trentennale dall’abbattimento e impedire che si scavi in profondità una vasca di decantazione delle acque del fiume Seveso, distruggendo un’intera area del Parco Nord di Milano, area verde situata alla periferia nord del capoluogo lombardo, classificata come regionale poiché si estende tra i Comuni di Milano, Bresso, Cusano Milanino, Cormano, Cinisello Balsamo, Novate Milanese e Sesto San Giovanni. 

È la battaglia, silenziosa e lunghissima, che, da anni, i cittadini dei comuni della zona, riuniti in comitati e supportati dalle amministrazioni e da associazioni ambientaliste o civiche, stanno combattendo, per tutelare il parco Nord, habitat, tra le altre cose, di avifauna locale protetta.

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VASCHE DI LAMINAZIONE SEVESO

L’abbattimento del bosco, in effetti, è stato deciso con un piano complesso approvato e finanziato nell’autunno 2015 e ora in fase di realizzazione, parte di un progetto più ampio di gestione delle esondazioni del fiume Seveso, vera e propria fogna a cielo aperto sia per gli scarichi di acque nere sia per gli scarichi industriali, dagli anni sessanta uno dei fiumi più inquinati d’Europa. Non solo: a tutt’oggi le acque del fiume, secondo un rapporto ARPA del 2018, sono contaminate da un eccesso di nichel a causa degli scarichi industriali.

Affare spinoso, quello del fiume Seveso, e per capirlo dobbiamo fare qualche passo indietro, ricostruendo la “questione Seveso”, fiume che scorre nella stessa area del Parco, quella zona nord di Milano che nel dopoguerra è stata interessata da un incessante sviluppo industriale e urbano che l’ha resa una delle zone più cementificate in Italia. L’impermeabilizzazione del terreno dovuta alle colate di cemento ha fatto sì che, a valle, in particolare nei quartieri Isola e Niguarda della città di Milano, il fiume esondasse anche con ingenti danni per i residenti.

vasche di laminazione seveso

CITTADINI CONTRO LA VASCA DI LAMINAZIONE

Nel tentativo, dunque, di dare una risposta alla problematica delle esondazioni la giunta comunale di Milano ha deciso di prevedere una specie di laghetto artificiale, una vasca di contenimento, per raccogliere e canalizzare l’acqua in sovrabbondanza della piena del Seveso: una scelta che porta con sé una serie di conseguenze di tipo ambientale e sanitario, contro la quale comitati dei residenti e delle residenti nei comuni interessati si stanno battendo con presidi, ricorsi e azioni legali.  I lavori di abbattimento sono iniziati all’inizio del mese di ottobre, e il comune di Milano si difende, con un comunicato, in cui parla di “un bacino artificiale, un laghetto circondato da un bosco, che accoglierà le acque del fiume nei casi di piogge eccezionali e di esondazione, evitando che le piene danneggino centri abitati e quartieri, arrecando danni ai cittadini e alla città”. I cittadini e le cittadine, però, non ci stanno, presentando una via alternativa a quella della distruzione del bosco trentennale: da quest’estate, quotidianamente, più di 200 bressesi si oppongono alle ruspe che schiantano 300 alberi al giorno, cercando di impedire la costruzione di una vasca con acque reflue e tossiche a cielo aperto, a pochi metri da una zona abitata come quella di Bresso, esponendo al rischio tumori i residenti che abitano in quella zona, soprattutto i tanti bambini che frequentano gli asili e le scuole elementari proprio vicino alla sede individuata per la vasca di laminazione, con il fronte delle abitazioni a 30 metri di distanza.

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MOBILITAZIONE CONTRO VASCA DI LAMINAZIONE SEVESO

Una battaglia silenziosa e spinosa che vede contrapposti due interessi ugualmente legittimi, quello di non subire danni a causa delle inondazioni, e quelli di vedere tutelato l’ambiente in cui si vive e la propria salute. Nell’ottobre del 2019 addirittura la Corte di Cassazione si era espressa sull’impatto ambientale e sulla salute dei cittadini, dando parere negativo contro l’invaso artificiale di 250mila metri cubici di acqua limacciosa del Seveso. Per questo, il comitato No Vasca, spalleggiato anche dal sindaco della cittadina e dalla sua giunta, specifica: “Noi ci opponiamo al progetto, ma non ci opponiamo ovviamente ai cittadini che vivono il problema delle esondazioni. Vogliamo solo cercare di fare capire che questa vasca non risolverà un bel niente”. La strada, alternativa, ci sarebbe, nonostante lo zelo testardo dell’amministrazione  e di Metropolitane Milanesi SPA, vincitrice dell’appalto, che contano di terminare i lavori entro il 2022. Innanzitutto, lo stop immediato al disboscamento e al taglio di 4 ettari di alberi, poiché le esondazioni sono causate per lo più dalla cementificazione, poi la bonifica immediata del Seveso e piantumazione di nuovi alberi a monte che servano a trattenere le acque in eccesso. Continuando, poi, con una pulizia approfondita del letto naturale del fiume e la chiusura immediata degli scarichi abusivi.

(Immagini in evidenza tratte dalla pagina Facebook di Bresso Ecoattiva //Photocredits: Bresso Ecoattiva)

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