Gli orsi non riescono più a dormire per il caldo

L'insonnia è un problema serio, perché gli orsi hanno bisogno del loro letargo. Ormai ridotto a non più di tre settimane

letargo degli orsi

L’insonnia tocca anche a loro. Gli orsi hanno perso il sonno, il ciclo del letargo si è molto accorciato, e il periodo di veglia è aumentato. Mettendo a rischio la specie, in quanto grazie al letargo gli orsi perdono peso (quello accumulato nei mesi estivi), si mantengono in forma, e non diminuisce la forza dei loro muscoli.

Orsi e insonnia

Il fenomeno purtroppo è globale, dall’America all’Italia. Negli Stati Uniti, in Nevada, il Department of Wildlife ha dovuto rinunciare all’annuale analisi sulle condizioni degli orsi: non erano più in letargo. In Friuli Venezia Giulia è stato calcolato che il tempo di riposo si è accorciato a 28 giorni, mentre sulle montagne dell’Abruzzo gli orsi bruni marsicani sono comparsi in circolazione già nel mese di marzo. Il fenomeno degli orsi che non riescono più a dormire è globale. Accade anche in regioni gelide, come l’Alaska, in America, e la Siberia, in Russia. In queste zone, gli orsi insonni diventano degli zombie, Vagano mezzi addormentati, poiché non riescono a prendere sonno, non possono sdraiarsi, e si avventurano nei centri urbani a cercare cibo-spazzatura nei bidoni dell’immondizia. Ma in questo modo rischiano di avvelenarsi.

Ma per quale motivo il letargo degli orsi sta scomparendo? La prima causa è sicuramente il surriscaldamento climatico. Le temperature troppo alte, anche nei mesi invernali, inducono gli orsi a uscire dalle loro tane per mettersi in circolazione. Ovunque, e qui scatta la seconda causa del sonno che scompare: il cibo. Girando fuori stagione, gli orsi vanno a caccia di cibo ovunque: tra i bidoni dell’immondizia, pescando rifiuti, e nei boschi, dove trovano il mais di cui sono molto ghiotti.

Ma non è solo colpa del riscaldamento climatico, gli orsi hanno anche cambiato dieta. Come ha spiegato al quotidiano La Repubblica Stefano Filacorda, professore di Biologia ed Ecologia della fauna all’Università di Udine, gli orsi «si affidano sempre più a fonti alimentari di origine umana e diventano via via meno selvatici. In Slovenia, il paradiso degli orsi, la distribuzione è volontaria, perché si cerca di espandere la popolazione e di concentrarla in determinate zone. Da noi invece il mais viene usato dai cacciatori di cinghiali per attirare le prede».

Secondo una ricerca uscita nel 2017 sulla rivista scientifica statunitense Pnas, gli orsi non mangerebbero più il salmone a causa del caldo, che ha talmente allungato il periodo di disponibilità delle bacche di sambuco da farlo coincidere con il passaggio dei salmoni. Non sapendo cosa scegliere, gli orsi se ne restano comodamente nei boschi facendo il pieno di vitamine, ma trascurando i grassi così importanti per affrontare il letargo e allattare i cuccioli. La conclusione è che per gli orsi la vita si complica: dormono meno, e mangiano peggio.

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