Aiuti alla frutta, così l’Italia si fa soffiare dalla Spagna i preziosi soldi europei

Ennesimo sorpasso spagnolo, dopo il turismo, ai danni dell'economia italiana: i produttori di frutta e verdura made in Spagna hanno conquistato il primato dei finanziamenti ricevuti da Bruxelles. Fino allo scorso anno quel primato era dell'Italia. Anche per questo l'economia spagnola vola.

FINANZIAMENTI EUROPEI PER L’AGRICOLTURA –

La Spagna ci sta facendo neri anche in agricoltura. Uno spreco e un danno enorme per il nostro Paese, che su questo settore potrebbe contare molto per una crescita economica sana e solida, e invece continua a subire una concorrenza sfrenata, a tutto campo, che favorisce i prodotti spagnoli, per esempio dell’ortofrutta, decisamente inferiori, come qualità, ai nostri.

Il sorpasso più recente e più clamoroso, che dovrebbe fare riflettere una persona seria come il ministro Maurizio Martina, riguarda le risorse che l’Unione europea mette sul tavolo proprio per spingere, nei vari paesi dell’Unione, la produzione di frutta e ortaggi. Parliamo di una somma importante, in tutto 1,17 miliardi di euro l’anno, che ha sempre visto l’Italia al primo posto nell’assegnazione dei fondi comunitari. E invece lo scorso anno c’è stato il sorpasso: agli agricoltori spagnoli sono andati 253 milioni di euro di finanziamenti europei, a quelli italiani solo 242 milioni.

IL CASO DELLA SPAGNA –

Numeri a parte, il sorpasso è indicativo e preoccupante per la nostra agricoltura per un motivo fondamentale: la Spagna dimostra, ancora una volta, come ha già fatto per il turismo e per l’enogastronomia (due settori strategici, dove pure avevamo un certo primato), di essere capace di muoversi come sistema Paese. E quindi di remare nella direzione giusta per non sprecare fondi essenziali per l’innovazione in agricoltura, per la ricerca nei vari comparti produttivi e per migliorare la forza concorrenziale della frutta e degli ortaggi.

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FONDI EUROPEI ALL’AGRICOLTURA –

Da qui il paradosso, la fotografia dello spreco italiano. Abbiamo, tanto per fare qualche esempio, le migliori ciliege del mondo, i migliori agrumi, i migliori piselli e carciofi, abbiamo insomma una ricchezza unica, identitaria, di prodotti e di relativa qualità, ma siamo sotto lo schiaffo della concorrenza spagnola, e non solo, che ci sta divorando. Anche grazie alla leva di questi finanziamenti europei sui quali perdiamo terreno. Il regalo che stiamo facendo ai nostri principali concorrenti in agricoltura si deve a due fattori: l’eccessiva frammentazione e le continue divisioni dei piccoli produttori italiani, che non riescono appunto a fare un gioco da sistema Italia, e la scarsa influenza del nostro Paese nelle stanze dei bottoni di Bruxelles.

Per capire i danni e gli sprechi di questo meccanismo, bisogna ricordare che l’agricoltura, al netto di tante parole in libertà e di tante promesse per favorire l’occupazione giovanile, è l’unico settore produttivo dove in Italia si registra un segno positivo in termini di occupazione giovanile. Abbiamo ormai 45mila piccole imprese agricole, guidate da ragazzi under 35, dei quali dovremmo andare fieri e proteggerli e sostenerli fino all’ultimo e con tutte le forze. E invece che cosa facciamo? Ingoiamo il sorpasso spagnolo, che si somma alla concorrenza spietata di francesi e greci e in generale di tutta l’area dei paesi mediterranei.

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FONDI EUROPEI PER L’AGRICOLTURA 2017 –

Questi giovani che lavorano in agricoltura, e dunque anche nell’ortofrutta, hanno fatto miracoli. Sono colti (la metà sono laureati), moderni e orientati al futuro (il 60 per cento hanno fatto innovazione di prodotto), felici di questa scelta di vita (il 78 per cento) che declinano in tanti modi per vincere la partita con la concorrenza: attraverso vendite dirette, sfruttando le potenzialità di Internet, abbinando all’agricoltura il turismo e l’enogastronomia, la formazione, la cura del paesaggio, gli agrinidi e perfino la produzione di energia pulita.

Questi ragazzi, lo dico senza retorica, sono uno dei pezzi migliori dell’Italia che arranca ovunque. Non possiamo lasciarli soli e fare finta di nulla, di fronte all’avanzata della Spagna. Anche perché alla fine il conto lo paghiamo tutti: le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale, infatti, dicono che per il 2017 l’economia spagnola crescerà del 2,6 per cento, noi appena dello 0,8 per cento. Il triplo. E la crescita economica attraverso la leva dell’agricoltura e dell’ortofrutta è una delle più solide che si possono immaginare: noi la stiamo sciupando.

LE OPPORTUNITÀ CHE ARRIVANO DAI CAMPI:

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