Erbe primaverili: le migliori e come si cucinano

Tarassaco, ricco di vitamine e minerali. Bietola selvatica, ottima nel ripieno delle torte salate. Ma anche finocchietto selvatico, caro alla cucina siciliana

Erbe primaverili, quali sono e usi in cucina
Le erbe primaverili, sorprendenti in cucina, rappresentano uno dei regali che la bella stagione ci offre. Ottima risorsa per realizzare piatti salutari e della tradizione regionale, le erbe spontanee primaverili crescono selvatiche: è un piacere andarne alla ricerca, magari proprio in occasione di una scampagnata in mezzo alla natura. Ma quali erbe crescono spontaneamente nei campi e sono commestibili? E quali sono le erbe commestibili più comuni da raccogliere in primavera?

 

Cicoria vera

Si tratta di una delle tante tipologie di cicoria e rientra tra la verdura selvatica commestibile più conosciuta, tanto da essere ampiamente utilizzata nella cucina contadina. Il suo tratto distintivo è un fiore di uno splendido colore indaco che la rende facilmente riconoscibile. E’ una pianta ricca di proprietà benefiche, sfruttata anche nel campo della fitoterapia.

erbe primaverili

Bietola selvatica

Si tratta di una pianta altamente resistente alla salsedine: per questo non è un caso imbattersene in luoghi vicini al mare anche se cresce pure nei campi. Le sue foglie sono simili a quelle della bietola coltivata, ma da queste differiscono per il fatto di essere più piccole. La nervatura centrale della quale sono dotate in questo caso tende al rosa più che al bianco, ed il gambo è più sottile.

Bardana

Conosciuta come rimedio popolare per purificare il sangue (rientra infatti tra le piante depurative), esplica funzione diuretica e diaforetica, e non a caso viene utilizzata anche in erboristeria. La bardana si può raccogliere lungo i fossati ma anche in montagna, dove si trova però a bassa quota.

tarassaco

Dente di leone o tarassaco

Il tarassaco fiorisce ad inizio primavera e di distingue per i suoi fiori gialli. E’ un’erba spontanea ricca di vitamine e sali minerali. Cresce nei luoghi erbosi, nei prati e ai bordi delle strade. Ma anche in prossimità di fiumi e ruscelli. Ha potere depurativo e proprietà diuretiche, digestive e toniche, oltre ad essere in grado di promuovere la sintesi e la secrezione della bile.

Ortica

Ortica. Non ha bisogno di presentazioni l’ortica, probabilmente per via del fatto che è urticante. Superato questo scoglio, rappresenta una pianta ricca di grandi quantità di vitamine e sali minerali. E’ considerata un rimineralizzante naturale. Contiene ferro ed è importante per i suoi effetti diuretici.

Borragine

Fiori viola e leggera peluria sono i tratti distintivi della borragine. E’ possibile raccoglierla lungo i margini delle strade di campagna e dei campi non coltivati. Cresce selvatica in tutta l’Italia mediterranea, in particolar modo in Campania e Liguria (in tali regioni parecchie sono le ricette tipiche nelle quali si assapora).

Erbe primaverili, quali sono e usi in cucina

Portulaca

La portulaca è considerata una pianta infestante ed è una delle più raccolte dagli appassionati di erbe spontanee. Nota anche come erba porcellana o erba grassa, si caratterizza per delicate foglioline verdi di forma ovale. E’ nota per il suo contenuto di omega 3. Ha proprietà diuretiche, dissetanti, depurative e anti-batteriche.

Luppolo selvatico

Il luppolo selvatico – noto anche come asparagina – cresce soprattutto nel Nord Italia, dove è facilmente reperibile lungo corsi d’acqua e al margine dei boschi. E’ tonificante, rinfrescante diuretico e stimola le funzioni epatiche (un po’ come tutte le erbe amare). In cucina se ne utilizzano i primi 10-15 centimetri dei rametti.

Erbe primaverili

Finocchietto selvatico

Finocchietto selvatico: è il protagonista della famosa pasta con le sarde (non a caso è una delle erbe spontanee commestibili siciliane più apprezzate) anche se nella cucina dell’isola, e non solo di questa regione per la verità, è usata in numerosi piatti per il suo inconfondibile profumo. E’ tipico delle località aride della zona mediterranea ed ha proprietà digestive.

Piantaggine

Piantaggine: tra le specie di piantaggine più conosciute, la Plantago maior è probabilmente la più adatta ad un uso alimentare. La si trova, in realtà, un po’ tutto l’anno, sia nei prati che nei campi fino alle stradine di campagna. Ha proprietà depurative, antinfiammatorie, emollienti.

Lungi dall’essere un elenco delle erbe spontanee commestibili esaustivo, quella che avete letto è comunque una buona lista grazie alla quale potrete approfondire la conoscenza di tali alimenti.

bardana

Come si raccolgono

I giorni migliori per raccogliere le erbe primaverili sono sicuramente quelli soleggiati, quando non piove ed il cielo non è coperto. Preferite il tardo pomeriggio in quanto al mattino presto (momento poco adatto, anche se preferito da molti raccoglitori di erbe primaverili), le piante potrebbero essere ricoperte di brina. Inoltre, nelle prime ore del mattino i fiori devono ancora sbocciare.

Come si cucinano

Le erbe primaverili spontanee commestibili si usano un po’ tutte allo stesso modo:

  • una volta lessate le foglie, possono essere passate in padella da sole o con altri ingredienti per dare vita a contorni sfiziosi
  • possono essere aggiunte al ripieno delle torte salate o della pasta fresca ripiena
  • in alcuni casi si possono gustare crude in insalata
  • si possono utilizzare per la preparazione di zuppe, minestroni e minestre
  • possono rappresentare il completamento di risotti e primi piatti al forno
  • se ne può fare una ricca frittata con erbe primaverili
  • le radici si usano per dare vita a tisane, infusi e decotti

Nello specifico, la cicoria selvatica si può gustare esattamente come la cicoria comune: cotta come gli spinaci, si usa per contorni (anche insieme ad altre erbe di campo), nel ripieno di pasta e torte salate o nei risotti. La bietola selvatica, ad esempio, viene utilizzata nella cucina povera contadina per realizzare una varietà di acquacotta tipica della Tuscia viterbese. Oggi si utilizza all’interno di piatti regionali quali il preboggion ligure, i pansoti e l’erbazzone emiliano. Basta lessarla qualche minuto, scolarla e gustarla in ricette in umido, nel ripieno di torte salate o nelle minestre.

Passiamo alla borraggine: la pianta è tutta commestibile, se ne usano infatti non solo le foglie tenere, ma anche i fiori. Si gusta lessa e condita con olio ma anche cruda, in insalata. I fiori possono essere sfruttati per decorare i piatti gourmet. Oltre che nel già citato primo piatto siciliano, con il finocchietto potete realizzare delle sfiziose alici marinate. Un cenno merita, infine, il luppolo selvatico. I suoi nuovi germogli che spuntano in primavera, in Veneto sono noti come bruscandoli. Questi si utilizzano anche per cucinare minestre col farro e fagioli cannellini. Oppure, vengono semplicemente lessati e conditi con olio extravergine di oliva e limone.

frittata con erbe primaverili

Erbe primaverili velenose

Arrivati a questo punto, non possiamo non fare un cenno alle erbe selvatiche velenose, quelle non commestibili appunto, che vale la pena perlomeno conoscere per evitare problemi. Tra queste, da evitare sono l’agrifoglio, la dafne, la dulcamara, l’erba morella. C’è poi la cicuta maggiore (qualcuno la conoscerà come la causa della morte di Socrate): è pericolosa anche per la sua somiglianza alle foglie del prezzemolo.

Molte piante tossiche o velenose appartengono alla famiglia delle Solanacee come la belladonna, lo stramonio comune e la pomidorella. Altre specie tossiche appartengono alla famiglia delle Ranuncolacee: ranuncoli, aconito e speronella in primis. Il consiglio spassionato, nell’incertezza, è quello di evitare di mangiare qualsiasi piantina o foglia estranea della cui identità non siamo sicuri.

Leggi anche:

Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
Torna in alto