Diottria: cos’è, come funziona e a cosa serve

Fondamentale quando si mettono le lenti correttive. La relazione tra diottria e decimi

diottria significato

Significato

La diottria è un’unità di misura che descrive il potere di rifrazione di una lente. In oftalmologia, viene utilizzata per calibrare le lenti degli occhiali o delle lenti a contatto in modo da correggere i difetti visivi come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo. Le diottrie indicano quanto la lente devia la luce per permettere la focalizzazione corretta sulla retina, influenzando direttamente la nitidezza della vista.

Diottria e decimi

I decimi, al contrario, misurano l’acuità visiva, ovvero la capacità di un occhio di distinguere i dettagli di un’immagine. L’acuità visiva è spesso espressa in decimi nella tavola ottotipica durante i test visivi. Pertanto, se da un lato la diottria serve a comprendere il potere di rifrazione della lente, un decimo indica il risultato del test di vista, entrambi essenziali per valutare la qualità visiva e determinare la correzione ottica necessaria.

Una diottria quanti decimi sono?

La relazione tra diottrie e decimi è indispensabile per un oculista ma non trova un punto di incontro specifico calcolabile in numeri poiché la conversione dipende dalla condizione ottica individuale. Insomma, le due unità di misura servono entrambe per comprendere le condizioni degli occhi di un paziente, ma forniscono due valori differenti che una volta associati forniscono una panoramica allo specialista che potrà usufruirne per indicare le lenti o il modo per proteggere gli occhi più appropriato.

Differenza con i gradi

I gradi sono un’unità di misura che calcola l’angolo di deviazione o rotazione necessaria per correggere l’astigmatismo. Nello specifico, con i gradi si identifica il grado di deviazione dell’asse visivo causata da una cornea non perfettamente sferica. Questo angolo indica la direzione e l’intensità della correzione necessaria per focalizzare la luce correttamente sulla retina. Quindi, anche in questo caso, viene utilizzato con i valori della diottria per offrire una lente ottimale.

Oculistica e ottica

Le diottrie hanno significati e applicazioni diverse a seconda che si parli di oculistica o di ottica. In ambito ottico, le diottrie misurano il potere refrattivo delle lenti che verranno utilizzate negli occhiali venduti ai clienti. D’altro canto, in oculistica, le diottrie indicano un difetto visivo che necessita di attenzione medica per preservare la salute oculare.

Impatto della distanza pupillare

La distanza pupillare, ossia la distanza tra le pupille dei due occhi, gioca un ruolo cruciale nel determinare il valore essatto delle diottrie necessarie per gli occhiali.

Una misurazione precisa della distanza pupillare serve per garantire che le lenti correttive focalizzino la luce correttamente sulla retina, massimizzando così l’efficacia della correzione visiva. Se la distanza pupillare non è calcolata in modo corretto, anche le lenti, sebbene con le diottrie giuste, potrebbero non offrire la chiarezza visiva ottimale, causando sforzo agli occhi o problemi di visione.

Guida alla scelta delle lenti correttive

Le lenti correttive si distinguono principalmente in base al tipo di difetto visivo da correggere:

  • Miopia: sono necessarie lenti concave (monofocali) con un valore negativo (-);
  • Ipermetropia: si usano lenti convesse con un valore positivo (+);
  • Astigmatismo: identificabili attraverso valori positivi o negativi a seconda che si tratti di astigmatismo miopico o ipermetropico.

Un ulteriore aspetto da considerare nella scelta delle lenti è l’asse di orientamento dell’astigmatismo, che indica la direzione della correzione necessaria. Questo parametro assicura che la lente corregga adeguatamente la visione astigmatica, orientando la correzione in base all’asse specifico di ogni occhio. La scelta accurata di questi valori garantisce una visione ottimale e confortevole, riducendo lo sforzo visivo e migliorando la qualità della vita quotidiana.

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