Scempio in Romania: ogni ora distruggono ettari di foresta pari a tre campi di calcio

Sotto accusa le multinazionali del legno austriache che hanno messo gli occhi sui pregiati alberi dell’Arco dei Carpazi. In pochi anni sono stati eliminati 400mila ettari di boschi e nessuno ha pagato per questo reato.

DEFORESTAZIONE IN ROMANIA –

Uno scempio quotidiano. Un saccheggio continuo che sta distruggendo i boschi più importanti dell’Europa dell’Est: la catena dell’Arco dei Carpazi. Siamo nel cuore del Vecchio continente, in una superficie che si estende per 1.500 chilometri attraversando diversi paesi come la Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria, l’Ucraina, la Serbia e la Romania. Proprio qui, a casa nostra, e non nella lontana Amazzonia o in Indonesia, i predatori del legno pregiato che si ricava dai boschi fanno indisturbati le loro razzie, svuotando un patrimonio dei paesi coinvolti. E peggiorando le condizioni climatiche dell’intera Europa: la deforestazione, infatti, contribuisce per il 25 per cento all’aumento delle temperature medie.

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BOSCHI IN ROMANIA –

In particolare la Corte dei Conti rumena ha calcolato che dal 1990 sono stati distrutti, nell’area dell’Arco dei Carpazi,  400mila ettari di boschi, e adesso si continua a deforestare al ritmo di una superficie pari a tre campi di calcio ogni ora. Questi boschi sono molto ricchi non solo di vegetazione ma anche di alcune specie animali molto rare, come i linci e gli orsi bianchi. Eppure nessuno, dal versante delle autorità nazionali, muove un dito. Gli unici che reagiscono sono i cittadini con continue marce e manifestazioni di protesta contro quello che viene definito «un crimine ambientale».

TRAFFICO DI LEGNO IN ROMANIA –

Sul banco degli imputati, secondo quanto scrive il settimanale tedesco Der Spiegel in un’inchiesta molto documentata, non ci sarebbero banditi locali e inesperti. No, la distruzione delle foreste e il traffico di questo legno molto pregiato avverrebbe a vantaggio di importanti multinazionali austriache del settore. Almeno in Austria, un paese sempre molto sensibile ai problemi ambientali, ci sarà qualcuno che si decida a intervenire?

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