De Rita: “Compriamo di meno perche’ ormai abbiamo tutto”

Elena Polidori ROMA – «E´ chiaro che la gente non consuma. Ci sono meno soldi e meno bisogni. Ma soprattutto: c´è meno offerta. Cosa mai ci dovrebbe attirare? Cosa ci dovrebbe spingere a spendere?», si chiede il sociologo Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, analizzando i nuovi dati sul crollo dei consumi. Cosa? «Nulla, appunto. […]

Elena Polidori

ROMA – «E´ chiaro che la gente non consuma. Ci sono meno soldi e meno bisogni. Ma soprattutto: c´è meno offerta. Cosa mai ci dovrebbe attirare? Cosa ci dovrebbe spingere a spendere?», si chiede il sociologo Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, analizzando i nuovi dati sul crollo dei consumi.
Cosa?
«Nulla, appunto. Se è vero che la cultura capitalistica, come diceva Marcuse, si basa proprio sull´offerta, ebbene: oggi questa offerta non c´è. E noi non abbiamo più stimoli, più impulsi».
I consumi sono scesi al livello del 1999. La gente, visto anche il lavoro che non c´è, taglia sulla spese.
«Logico. Ma io mi chiedo: spendere per cosa? Quasi il 90% di noi è proprietario della prima casa, la metà di questo 90% ne ha anche una seconda per le vacanze. Inoltre gli armadi straripano. E tutti hanno i telefonini in tasca. Ecco: i telefonini sono stati un boom, ma perché erano una novità».
Qui però calano anche i consumi alimentari: si taglia sui pasti, non solo su vestiti e vacanze
«Mah. Almeno a Roma ci sono piazze e stradine dove debordano tavoli di ristoranti sempre pieni».
I dati parlano di un calo delle spese per il cibo, consumato a casa o fuori. Gli italiani sembrano tirare la cinghia.
«Mettiamola così: siamo tutti alle prese con una sorta di autoconsumo».
Che significa?
«Che ciascuno si fa un proprio orticello di consumi».
Faccia un esempio concreto
«Se il mio giardiniere mi porta l´insalata di sua produzione, o le mele o le patate, questo business non risulta nella contabilità ufficiale. Né c´è traccia se io mi accordo col contadino per comprare la metà del suo maiale».
Morale?
«La penuria di quattrini ci costringe all´oculatezza nelle spese. Quando c´è la crisi, ognuno di noi diventa più attento a come si muove e i soldi che ci sono vanno anzitutto per pagare il mutuo. Non dimentichiamo che fino al 2006-2007, cioè fino a prima della crisi, gli italiani compravano case a non finire. Oggi le stiamo pagando. E meno male: altrove la gente la casa se l´è dovuta vendere. Perciò: prima viene il mutuo e dunque la casa, poi tutto il resto».
Come se ne esce?
«Un economista direbbe che bisogna aumentare i salari. Ma io sono convinto che se anche questo avvenisse, non cambierebbe nulla perché non c´è l´offerta. Manca il nuovo. Dov´è il nuovo? Cosa fanno gli imprenditori?».
E´ colpa loro se la gente non spende?
«In un certo senso sì perché preferiscono spostarsi su mercati emergenti, che hanno bisogno di tutto, anziché sforzarsi di migliorare l´offerta».
Ma senza consumi che ne è della ripresa?
«I consumi aiutano l´economia se esplodono. In Cina c´è una esplosione dei consumi. Come da noi c´è stata negli anni Sessanta. Mio padre fece carte false per comprarsi la prima Tv o anche la prima Seicento: il suo era un bisogno compulsivo. Oggi abbiamo forse una macchina nuova che stimola i nostri impulsi?». http://secure-it.imrworldwide.com/cgi-bin/count?url=&rnd=1294734193743&cid=&ref=http%3A//repubblica.extra.kataweb.it/edicola/repubblica/Edizione_Giornaliera/mappe/NZ_NZ_110111_E_04.html&sr=sr1280x800:cd24:lgit:jen:cky:tz1:ctna:hpna
 

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