In genere sono donne, che sanno trasmettere innanzitutto una grande carica di empatia.Il manager della felicità (o anche Chief Happiness Officer) è una figura che sta prendendo piede in diverse aziende italiane, all’interno della struttura gerarchica che si occupa delle Risorse Umane (un tempo si chiamava Ufficio del Personale).
Premesso che il benessere e la soddisfazione dei dipendenti (la parola “felicità” è sicuramente un’esagerazione, ma aiuta a promuovere questo tipo di figure aziendali) è un grande vantaggio non solo per le persone che lavorano, ma anche per l’azienda, che di certo ha tutto da guadagnare, in termini di produttività e di risultati, da un buon clima interno, c’è da capire se un manager della felicità abbia un ruolo vero, e utile, o sia solo il portabandiera di uno spreco, ovvero di un’operazione di facciata e di marketing, anche piuttosto maldestra.
Il dubbio si può sciogliere solo alla prova dei fatti, in quanto sulla carta il manager della felicità ha obiettivi importanti, e facilmente individuabili, se realizzati o meno. In particolare:
- Monitorare il clima aziendale: capire come i dipendenti percepiscono l’ambiente di lavoro, le relazioni, lo stress causato dagli impegni, dagli orari e dalle responsabilità.
- Organizzare iniziative per migliorare il benessere: welfare aziendale, attività sociali, momenti di aggregazione, servizi a supporto dei dipendenti. Un esempio concreto? Il manager della felicità è un dirigente che dovrebbe riuscire a portare a compimento un progetto per l’asilo nido a disposizione delle mamme-dipendenti dell’azienda.
- Curare la comunicazione interna, l’ascolto attivo: sportelli per segnalazioni, feedback, attenzione a problemi relazionali.
- Offrire e organizzare supporto psicologico, laddove è necessario.
- Contagiare e diffondere entusiasmo e passione per il lavoro.
- Favorire forme efficaci di smart working.
- Proporre miglioramenti degli spazi, delle condizioni di lavoro e dell’equilibrio vita-privata lavoro.
Tra le aziende presenti in Italia che hanno introdotto questa figura ci sono Across (Agenzia digitale), Biogen (biotecnologie), Dierre (progettazione), Velvet media (comunicazione), Uomo e Ambiente (consulenza).
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