Qualche volta i genitori si spaventano. Inutilmente. Il figlio è aggressivo, se non violento, con la coetanea femmina. Che fare? Dividerli? Come avviene ancora in 250 scuole in Francia e in 200 scuole in Germania, dove le classi sono separate per sesso. Gli esperti di psicologia infantile sono abbastanza concordi, invece, su una reazione molto più cauta: non fare nulla, perché i silenzi tra ragazzi e ragazze sono quasi naturali a una certa età, e rappresentano un passaggio della loro crescita.
Ma, per chi dovesse ancora preoccuparsi, ecco qualche consiglio utile sui quali riflettere.
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Niente urla
Nei primi anni di vita l’aggressività di un bambino, con strilli, urla e pianti, è solo una modalità del suo linguaggio. Cercate solo di non ignorare il suo disagio, e non reagite con altre urla. Le urla sono controproducenti e in ogni caso provocano un effetto di emulazione, amplificando il tono dello scontro, mentre il vostro obiettivo è di spegnere l’incendio di un litigio prima che divampi.
L’ascolto
La violenza può nascondere il desiderio di essere ascoltato, di esprimersi. Siete sicuri che non ci sia qualcosa che vi manca nel dialogo con i figli piccoli? Non di rado i genitori hanno la presunzione di capire tutto dei loro figli. E sottovalutano il loro egocentrismo, oppure sono a loro volta un modello di narcisismo. In un litigio tra bambini è bene non intervenire subito, anche perché si rischia di lasciare intendere che ci sia sempre qualcuno più protetto di altri.I cosiddetti “figli preferiti”.
Dire no
Imparate a dire no. E’ sicuramente più difficile del sì, sempre e comunque. Ma serve. Abbiamo perso la buona abitudine in famiglia di dire no, uno dei segni più evidenti dell’abdicazione del ruolo di genitore (specie dei padri). Ma nessuno è mai cresciuto in modo solido senza ricevere qualche no.
Capire l’aggressività
Ricordate la funzione esplorativa dell’aggressività. I maschietti la utilizzano per capire le reazione delle persone e dell’ambiente che li circondano. L’intervento del genitore può essere utile se dall’aggressività verbale si può passare all’aggressività fisica. Ma anche in questo caso, basta la leggerezza: separate i bambini per qualche tempo, e tutto tornerà come prima.
Mettersi nei panni dei bambini
Provate a mettervi nei suoi panni. E cercate di decifrare, come un sentimento, le sue azioni istintive e violente. Il compito dio un genitore, di fronte a un litigio significativo e non del tutto estemporaneo (che può essere anche trascurato e ignorato), è regolare la lite, chiuderla. Non punire e schierarsi da una parte o dall’altra.
Il confronto con gli altri genitori
Confrontatevi anche con altri genitori che hanno figli maschi e femmine. E verificate se c’è qualcosa che accade soltanto a casa vostra. In questo caso è opportuno approfondire le fonti dei litigi tra i vostri figli e il ruolo che avete avuto finora rispetto a questi conflitti.
Alleanza tra adolescenti
Non dimenticate che la prima adolescenza è l’età in cui sbocciano le amicizie, sulla base anche di evidenti complicità. E diventa naturale allearsi tra adolescenti dello stesso sesso. Tenete sempre presente che una lite tra bambini è molto diversa da quella tra adulti. Una sana aggressività, un sano desiderio di conflitto, nei bambini fanno parte di un normale percorso di crescita; tra gli adulti invece i conflitti sono quasi sempre più pesanti e possono portare anche alla rottura di amicizie storiche.
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