Campagna del “piatto pulito” in Cina: nei ristoranti la formula N-1. Dieci clienti, nove porzioni a tavola

Il presidente Xi Jinping annuncia una lotta senza quartiere contro gli sprechi alimentari. E chiede: "Vuotate i piatti". Mentre la Cina ha il record di obesi, dopo gli Stati Uniti

campagna piatto pulito

La mossa della Cina contro lo spreco di cibo non ha precedenti. Si è mosso in prima persona il presidente Xi Jinping chiedendo a tutti, cittadini, famiglie e ristoratori, di non lasciare i piatti vuoti a tavola. Per nessun motivo. E ha lanciato la “Campagna del piatto pulito” che, secondo le abitudini del governo cinese, è immediatamente diventata capillare, con un preciso obiettivo politico (la riduzione dello spreco) e con ordini che vengono bene dissimulati all’interno dei messaggi in apparenza soft.

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CAMPAGNA DEL PIATTO PULITO

La Cina ha diversi traguardi da raggiungere grazie a questa campagna. Innanzitutto lo spreco di cibo è in contraddizione con tutte le teorie, e la prassi, del regime comunista, che predica la riduzione delle diseguaglianze. Con il cibo sprecato nel gigante asiatico, secondo calcoli attendibili, si potrebbero sfamare 60 milioni di persone.
E invece i cinesi continuano a gettare cibo nella spazzatura. In qualsiasi circostanza. Quando vanno nei ristoranti, dove la metà delle portate non vengono mangiate, ed a casa, dove lo spreco alimentare arriva attorno al 40 per cento. In questi numeri contano alcune tradizioni che Xi Jinping intende smontare con la sua campagna e con la definizione dello spreco di cibo come “un fatto angosciante e vergognoso”. Ovvero per i cinesi, lasciare un piatto vuoto significa non avere gradito qualcosa del cibo ricevuto. Oppure che il padrone di casa è stato “tirchio”, e dunque poco ospitale con i suoi ospiti, accogliendo con porzioni poco congrue.
Tra l’altro, a proposito di sicurezza alimentare e di problemi di cibo, la Cina deve fare i conti con due problemi. Il Covid-19 che ha messo in ginocchio il settore agricolo e i rifornimento dalle campagne ai grandi centri urbani. E la serie ininterrotta di inondazioni, effetto a sua volta del surriscaldamento climatico, che ha ridotto produzione e raccolti.

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CINA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

Ma oltre agli obiettivi di sicurezza alimentare e di equità sociale, nella “Campagna del piatto pulito” c’è anche un altro traguardo da realizzare. Ridurre l’obesità, specie quella infantile. Mangiare tanto, troppo e male, in Cina è diventata un’abitudine, uno stile di vita. Con il risultato che il paese è dietro soltanto agli Stati Uniti nella classifica delle nazioni più colpite dall’obesità. Una malattia di massa che si sta rovesciando, con conseguenze catastrofiche, sull’intero sistema sanitario nazionale, dove si sono moltiplicate patologie, dal diabete alle malattie cardiovascolari, che negli passati erano più rare. E la cucina cinese era famosa nel mondo per essere molto sana.
Quando parla Xi Jinping, specie in forma ufficiale, i cinesi possono fare una sola cosa: ubbidire. E i primi risultati della “Campagna del piatto pulito” sono già arrivati. Nella provincia dell’Hubei, una delle più colpite dal coronavirus, la Wuhan Catering Industry Association ha introdotto in tutti i ristoranti la formula N -1. Quando si mangia in più di tre persone, le portate che arrivano a tavola devono essere sempre inferiori di una unità rispetto al numero dei commensali. Immaginate una tavolata con 10 clienti: i camerieri non potranno servire più di 9 portate. E così lo spreco del cibo nei ristoranti è azzerato a monte.

SPRECO DI CIBO IN CINA

Se l’abitudine cinese allo spreco del cibo ha una radice nel cerimoniale dell’ospitalità orientale (portare a tavola più cibo di quanto ne serve è un modo per dare all’ospite un senso di abbondanza), i calcoli di questo scandalo sono stati fatti molto di recente dall’Accademia delle scienze sociali di Pechino. Un cinese medio spreca, per ciascun pasto, 93 grammi di cibo: pasta, riso e carne. Ogni anno vanno perduti 35 milioni di tonnellate di cereali, più del 5 per cento della produzione nazionale di 650 milioni di tonnellate. Una produzione insufficiente, tanto che la Cina, mentre spreca i suoi cereali, ne importa il 30 per cento del fabbisogno. E infine l’Accademia di scienze sociali sottolinea l’effetto inquinamento dello spreco di cibo: 25 miliardi di euro di avanzi alimentari che ogni anno finiscono per gonfiare le discariche della Repubblica popolare cinese.

(Immagine in evidenza tratta da Xinhuanet.com)

CAMPAGNE CONTRO IL FOOD-WASTE:

 

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