Robin Greenfield, il Robin Hood degli attivisti anti-spreco nel mondo

A New York gira indossando spazzatura. Viaggia in America con una bici di bambù. Dona i suoi guadagni ad associazioni no-profit. Provocazioni, certo, ma di grande valore

Robin Greenfield Activist and Social Reformer

Robin  Greenfield  ha un sorriso disarmante, frutto di un inguaribile ottimismo, la benzina sul fuoco di una battaglia ambientale e sociale. che ha iniziato da giovanissimo e non ha mai mollato. Nato il 28 agosto 1986 negli Stati Uniti, Robin è classificato nella letteratura di Internet come “un attivista ambientale e umanitario, noto per intraprendere progetti estremi per attirare l’attenzione su tematiche come lo spreco alimentare, il consumismo, e innanzitutto la sostenibilità ambientale e sociale”. 

Al contrario di tanti finti ambientalisti, e del nutrito popolo della casta dei consumatori verdi“, Robin mette il corpo, la faccia e persino il portafoglio al servizio della sua causa, tanto da essere diventato per tutti “il Robin Hood dei tempi moderni”. La sua vita è un misto di utili provocazioni sotto il segno della (vera) sostenibilità e di una semplice e genuina generosità: gira per le strade di New York indossando abiti fatti solo con la spazzatura, si sposta con una bicicletta di bambù, e dona una parte significativa dei suoi guadagni ad associazioni no-profit rigorosamente guidate da donne.

Rob Greenfield ha scelto di vivere una vita diversa e rivoluzionaria, auto-producendosi il cibo da solo in una fattoria di Orlando, in Florida o scegliendo di non acquistare cibo per un intero anno, ma anche di divulgare un nuovo stile di vita e di consumo tramite libri,  conferenze, e gestendo in maniera magistrale i suoi account social e un canale YouTube.
rob greenfield

Rob ha girato gli Stati Uniti, dalla costa dell’Atlantico a quella del Pacifico, in bicicletta, fermandosi in piccoli e grandi centri alla ricerca del cibo sprecato, rovistando nei cassonetti all’ingresso dei supermercati o dei punti vendita della grande distribuzione, tirando fuori cibo assolutamente commestibile. Una volta recuperati gli alimenti finiti nella spazzatura, Greenfield si è recato nei parchi pubblici delle città visitate, aprendo buste, sacchetti e confezioni, e ha cominciato un vero e proprio show cooking di cucina degli avanzi, preparando ben 21 ricette con gli ingredienti salvati dalla pattumiera. Il cibo cucinato è stato distribuito a chi ne faceva richiesta.

Obiettivo principale di Greenfield, in tutte le sue azioni, è stimolare prima di tutto la consapevolezza e la coscienza sui temi ambientali. Tramite il suo sito e i suoi profili social, dando ai lettori il suo esempio da imitare, incita gli altri a fare lo stesso, ad attivarsi, a diventare una sorta di “guardiani dello spreco alimentare”. Più in generale, l’invito di Rob è quello di mobilitarsi contro uno stilo di vita non più sostenibile.

Dal 2018 al 2019, per un anno, Roby ha vissuto in una piccola tiny house installata nella proprietà di una signora che gli ha concesso di coltivare i suoi terreni per autoprodurre il cibo. Per 365 giorni, senza alcuna competenza tecnica di base, Rob non ha acquistato cibi provenienti dalla filiera alimentare né consumato ingredienti che non provenissero dall’autoproduzione. Invitando, ovviamente, tutti e tutte a fare altrettanto, trasformando giardini e prati in orti e frutteti, chiedendo ai vicini terreni da coltivare per poi dividere con loro i frutti della coltivazione. La sfida era dimostrare che la natura può essere un negozio di cibo, una farmacia e può sopperire a qualsiasi bisogno e necessità: nei vari giardini ha coltivato più di 100 tipi diversi di cibo.Verdure, ortaggi, frutta: tutto prodotto senza un grammo di fertilizzanti e di pesticidi. Anche questo un gesto, se volete, simbolico e provocatorio, ma almeno utile per suscitare l’attenzione delle persone sulla necessità di modificare, con leggerezza, ma con altrettanta energia, i propri stili di vita, alzando e allungando sempre gli occhi verso gli altri, i meno fortunati di noi. Perché anche questo sguardo fa parte del vocabolario della (vera) sostenibilità. 

Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook di Rob Greenfield e dal sito www.robingreenfield.org

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