Cibi etnici: la truffa di prodotti con ingredienti e allergeni non dichiarati

Avete presente il fiume di retorica green e sostenibile che accompagna il mercato dei cibi etnici? Sono presentati come sani, vegetariani e vegani, per il consumatore amico dell’ambiente e della natura, per un’alimentazione ispirata al benessere e all’attenzione per la propria salute. Poi, quando dal marketing e dalle parole, si passa alle verifiche scientifiche e ai fatti, si scopre che anche attorno ai cibi etnici si consuma una vera truffa, con tanti soldi sprecati e anche con diversi rischi per la salute delle persone, sotto il segno della falsa sostenibilità.

Le analisi condotte dal FishLab del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa hanno effettivamente segnalato che tantissimi alimenti “etnici” venduti in Italia (circa l’80 per cento) presentano ingredienti non dichiarati in etichetta, ed in alcuni casi allergeni nascosti o tracce di DNA animale in cibi dichiarati “vegetariani” o “vegani”.  Lo studio, il primo mai fatto in Italia su questo tema,  ha esaminato 62 prodotti etnici venduti tra il Lazio e la Toscana: in  tutti i prodotti vegetali analizzati è stato rilevato DNA animale e alcuni venduti con l’etichetta “solo pollo” contenevano tracce di manzo, anatra o cervo. Altri prodotti segnalavano gamberi o uova che non sono stati trovati; un alimento a base di riso conteneva molluschi (vongole e ostriche) non dichiarati. In aggiunta, sono stati identificati allergeni nascosti (ad esempio pesce e molluschi) non indicati in etichetta: una situazione potenzialmente pericolosa per soggetti allergici.

Lo studio ha utilizzato la tecnica del metabarcoding (una tecnologia di sequenziamento di nuova generazione, NGS), che consente di identificare tutte le specie presenti in un alimento complesso ed è la prima volta in Italia che questa metodologia viene applicata su larga scala a prodotti etnici venduti sul mercato.

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