Il Funaro: a Pistoia c’è una casa del teatro nata da quattro donne in un ex magazzino edile

Antonella Carrara, Lisa Cantini, Francesca Giaconi e Mirella Corso, anime dell'associazione culturale Teatro Studio Blu, hanno restituito un vecchio magazzino edile alla città, riempiendolo di cultura, teatro, arti e sapere. Dal 2009

centro culturale il funaro

Un vecchio dedalo medievale di botteghe, tra cui un laboratorio di un funaio, o funaro, che produceva funi. Poi un magazzino, abbandonato, di un’impresa edile, in una strada contornata dai profili aguzzi dei capannoni industriali. Oggi, un posto che per i cittadini e le cittadine di Pistoia sembra esserci “da sempre”, vive come centro culturale, in perfetta sintonia con la sua storia. Scritta in ogni pietra, e valorizzata da un fortunato incontro tra quattro donne. 

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CENTRO CULTURALE IL FUNARO

Antonella Carrara, Lisa Cantini, Francesca Giaconi e Mirella Corso, anime e madri dell’associazione culturale Teatro Studio Blu che si  assunta l’onere di riportare in uso ciò che era un magazzino abbandonato, hanno saputo continuare a far vivere la storia di questo luogo a partire dal suo nome: nasce così, da una sinergia profonda e dagli stessi obiettivi, il Centro Culturale Il Funaro, nel settembre del 2009, prendendo il nome dalla strada che lo ospita. Proprio in onore di quel funaio che, con le mani, produceva corde nel suo laboratorio. 

Una vera e propria “casa del teatro”, con due sale, una caffetteria, una biblioteca, un centro di documentazione, una residenza per artisti, gli uffici e ben novecento metri quadrati di palcoscenico restituiti alla città, con una volontà di ferro e grande tenacia. Quasi totalmente autofinanziato, il centro culturale Il Funaro si muove come un funambolo, per riprendere il suo nome,  tra progetti internazionali e un’intensa attività culturale che offre non solo alla città di Pistoia ma all’intero territorio toscano. Spettacoli, workshop professionali con maestri ed artisti internazionali, corsi e laboratori per adulti e bambini con una prospettiva: portare, e ricercare il meglio del teatro nazionale e di tutto il mondo, coniugandolo con il territorio in cui ci si muove e non dimenticare mai le persone, al centro di ogni attività.

Proprio per questo gli spazi sono stati riprogettati affidandosi soprattutto alla memoria delle persone del quartiere e alle  immagini storiche della zona, ricca di vecchi capannoni e magazzini. «Le mura diroccate del Funaro – spiega Massimiliano Barbini in un’intervista all’Informatore, esperto di letteratura teatrale e responsabile della biblioteca del centro, nella squadra del Funaro dal 2009 – prima del Centro culturale hanno ospitato laboratori creativi di teatro sensoriale: da qui l’idea di creare un luogo per accogliere le persone, favorire gli incontri e la creatività».

centro culturale il funaro

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IL FUNARO PISTOIA

E, in effetti, la storia del Funaro è una storia di incontri: non solo quello, fondamentale, tra le quattro fondatrici del progetto, ma anche, e soprattutto, quello con il produttore Andrés Neumann che si è appassionato al progetto diventandone consulente artistico fino al 2013, dando al centro un’impronta inconfondibile e un aiuto fondamentale all’ideazione e allo sviluppo. Neumann ha inoltre donato alla struttura il suo archivio, uno dei più importanti patrimoni documentari relativi alla storia del teatro degli ultimi quarant’anni e una biblioteca teatrale, che costituiscono ora il Fondo Andres Neumann e che numerosissimi studiosi dell’arte teatrale arrivano a consultare.

Un luogo che ha arricchito la città, non solo con molti premi e numerosi riconoscimenti: dal 2009, anno di inizio delle attività, ogni mese il palco del Funaro offre uno spettacolo diverso di altissimo livello, ma soprattutto i luoghi del centro sono sempre di più un posto di aggregazione, dove la cultura si fa e si vive perfettamente integrata nel tessuto sociale di Pistoia, tanto che:«I laboratori aperti alla città –  spiega Barbini – coinvolgono circa quattrocento tesserati, fra i quali molti bambini, oltre ad adolescenti, adulti e anziani». Passando per i laboratori integrati di abili e disabili e proseguendo con stage e tirocini in convenzione con l’Università degli Studi di Firenze e Pisa.  

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