«I vecchi muoiono quando nessuno li carezza» (Umberto Galimberti)

Un gesto che può valere una vita, per gli anziani come per i bebè. Un movimento che esprime, senza usare neanche una sillaba, tutto il vocabolario dell'amore.

carezza

La carezza ha una potenza che spesso trascuriamo e sprechiamo: eppure è un gesto che trascina, come il corso di un torrente in piena, un impasto di affetto, tenerezza, vicinanza. Amore. Un movimento semplice, purtroppo piuttosto rimosso, come se avessimo dimenticato il suo enorme valore, per tutti, a partire dalle persone anziane (più a rischio solitudine e depressione) e dai bebè (un neonato arriva a riconoscere meglio i volti se viene accarezzato).

  • La carezza per chiedere scusa. Una lite, una discussione pesante, un insulto volato al di là delle intenzioni. Tutto si può chiudere nell’attimo di una carezza.
  • La carezza per solidarietà. Più di un bacio, la carezza esprime il senso di vicinanza e quindi la solidarietà di fronte al mistero del dolore.
  • La carezza è una frase breve quanto densa: Non sei solo.
  • La carezza è un’emozione. Quando accarezziamo qualcuno, c’è qualcosa che scatta nel nostro cuore. E’ la vibrazione di un’emozione.
  • La carezza trasmette l’intero lessico dell’amore, senza usare neanche una sillaba.
  • La carezza diminuisce il dolore. Anche questo è dimostrato da alcune ricerche scientifiche.
  • La carezza è stile. Nella sua forma compiuta, la carezza è anche uno stile. Elegante, sobrio, autentico.
  • La carezza è una sfida alla tecnologia. La fisicità contro il virtuale. E negli affetti nulla conta di più del contatto fisico, quello che nessun social ti potrà mai dare.

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