Canù: la cannuccia di pasta biologica per non inquinare il mare e commestibile per i pesci

Il progetto innovativo dell'azienda cooperativa CAMPO, a Isola Del Piano, nelle Marche. Tonnellate di rifiuti in meno e una risposta concreta contro l'inquinamento.

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La cooperativa CAMPO è stata fondata nel 1978 a Isola del Piano, un piccolo paese immerso nella campagna delle Marche, per dare risposta a un quesito ben preciso: come coltivare senza avvelenare la terra e produrre un cibo amico della salute delle persone.Allo stesso tempo, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU prevede di ridurre ogni forma di inquinamento marino: ogni anno pesci, uccelli, tartarughe e mammiferi marini sono vittime dell’ingestione dei milioni di tonnellate di rifiuti che finiscono in mare. A partire dalle cannucce di plastica ( se ne consumano circa 500 miliardi all’anno), i cui frammenti finiscono spesso proprio negli oceani, con danni enormi in termini di inquinamento. 

Così è nata Canù, la prima cannuccia di pasta biologica e gluten free, senza OGM, completamente biodegradabile, e , se dovesse finire in mare, un ottimo cibo per i pesci.  Canù è infatti realizzata con farina di mais, cereale molto diffuso, tra l’altro senza glutine, che in quanto materia prima agricola è sostenibile e rinnovabile ogni anno.
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L’impatto ambientale di Canù è quindi straordinario: tonnellate di cannucce inquinanti sostituite da un prodotto totalmente biologico, compostabile e biodegradabile, con grande beneficio per il pianeta; considerando che mediamente una cannuccia di plastica pesa 3 grammi, con i 5 milioni di cannucce Canù finora vendute, si è evitata la dispersione nell’ambiente di 15.000 kg di cannucce inquinanti. Un piccolo inizio, certo, ma se tutte le cannucce consumate in un anno nel mondo fossero di pasta si eviterebbe di far finire nell’ambiente 1 milione e mezzo di tonnellate di rifiuti.
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Le materie prime impiegate per la  produzione di Canù sono certificate biologiche: un prodotto sicuro e privo di veleni, A livello di produzione e trasformazione, con specifico riferimento al consumo di acqua, per produrre un chilo di Canù vengono utilizzati non più di tre litri d’acqua e dunque l’impatto ambientale in tema di risorse idriche è ridotto. Quanto poi al packaging Canù viene venduta in imballi (primario e secondario) di carta certificata FSC, in linea con la filosofia plastic-free che il prodotto abbraccia e promuove. Nel dettaglio l’imballo primario è un sacco di carta con chiusura a cucitura in cotone mentre l’imballo secondario è un cartone che viene chiuso con nastro adesivo di carta. Per il trasporto di Canù vengono impiegati  bancali INKA di legno pressato, riciclabili e biodegradabili.
 
Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2025, nella sezione “Aziende”. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
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