La scuola di Sant’Andrea, una frazione di Bressanone, in Trentino Alto-Adige, con classi che vanno dall’asilo a tutto il ciclo delle elementari, era un vecchio edificio anni Cinquanta, in cemento, energivoro (luci accese durante l’intera giornata), con una brutta estetica e con un giardino completamente abbandonato. Adesso è un modello di “scuola sostenibile”, dal punto di vista innanzitutto della sua architettura, dell’utilizzazione degli spazi e dei materiali utilizzati per creare la nuova struttura.
Il progetto firmato da Sandy Attia e Matteo Spagnol, dello studio MoDus, prevede la facciata esterna formata da una listellatura verticale in legno lamellare: una sottocostruzione isolata in tavolato incrociato ed un rivestimento esterno in pannelli a tre strati e listelli verticali in larice; un elemento che da una parte, rappresenta una nuova interpretazione di alcuni dettagli della tradizione architettonica alpina, dall’altra adempie all’importante funzione di schermatura solare delle aule.
Quanto al tetto verde, si caratterizza per la sua struttura portante isolata, l’impermeabilizzazione e l’inverdimento estensivo. Tetto verde e struttura in legno, armonizzandosi piacevolmente con l’ambiente circostante, contribuiscono sensibilmente all’inserimento innovativo dell’intera scuola nel contesto del suo territorio.
Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2025, nella sezione “Scuole e università”. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
Photo credits: Oliver Jaist per MoDusArchitects
I progetti in concorso per l’edizione 2025 del Premio Non sprecare:
- Regenesi: oggetti di moda e design da qualsiasi tipo di rifiuto
- Le Terre di Zoè in Calabria trasforma gli scarti dei succhi di frutta in biomateriale per stampanti 3D
- Pannelli solari subacquei che funzionano meglio di quelli esposti all’aria
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