Alcuni bar di Torino hanno lanciato il guanto della sfida ai propri clienti, chiedendo, di fatto, un prezzo extra per le consumazioni non al banco, misurato sulla base della permanenza al tavolino. Si tratta del gruppo Novanta che ha tre sedi nella città piemontese: nel quartiere Crocetta, in corso De Gasperi e in corso Racconigi.
Persino con un cartello (poi rimosso in seguito alle proteste esplose sui social), i titolari dei tre bar torinesi hanno introdotto un tariffario a tempo per occupare un tavolo e le relative sedie: puoi stare seduto 15 minuti se consumi un caffè, diventano 20 minuti se fai la colazione completa, 45 minuti in occasione del pranzo e 60 minuti solo per l’aperitivo.
Premettiamo che il titolare di un bar fa un lavoro complesso, faticoso (si inizia la mattina molto presto e si finisce la sera tardi) e con molti problemi organizzativi, dunque ha qualche motivo in più per cercare di aumentare i ricavi. Ma questo obiettivo non può diventare uno spreco a danno dei consumatori, anche se si tratta di giovani studenti che magari hanno l’abitudine a intrattenersi a lungo ai tavolini del bar. Certamente qualche cliente esagera restando seduto troppo tempo, ma si possono costringere i clienti a subire un listino prezzi extra (le consumazioni al tavolo già costano di più di quelle prese al banco) solo per fare due chiacchere tra amici in un bar?
Il bar è un luogo magico, che ci regala tanti piaceri, non solo quelli di una consumazione, tra i quali c’è anche la rilassata compagnia di persone con le quali abbiamo voglia di intrattenerci, e non è giusto essere invitati a lasciare il tavolo a tempo, per fare spazio ad altri clienti, e quindi ad altri scontrini, oppure chiedere di restare seduti, con l’obbligo però di raddoppiare la consumazione (e lo scontrino da pagare).
Tutto questo è spreco, dannoso per i clienti e anche per la reputazione di chi gestisce il bar. Ed è una piccola, ma significativa conferma, di quanto abbiamo scritto sul nostro sito: la parola gratuità è diventata impronunciabile. Tutto ha un prezzo, un costo, e un aumento incorporato, persino due parole in più scambiate al tavolino di un bar. +
Fonte immagine di copertina: Corriere della Sera
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