
Green Awards, riconoscimenti a chi si è distinto nel mondo dell’ecologia durante il 2011: idee e uomini che hanno lasciato un segno in un settore chiave nella società moderna. Sette Green, con la collaborazione di esperti nelle diverse tematiche, assegnerà i premi in sette categorie diverse, che rappresentano i diversi rami nei quali si può esprimere l’impegno nei confronti dell’ambiente: dagli enti pubblici ai personaggi, dalla cultura alle invenzioni, dalla tecnologia alla pubblicità. Saranno consegnati alla Triennale di Milano il 9 novembre. Il nostro Paese, come è tristemente noto, è ancora terribilmente arretrato in Europa su molte questioni ambientali ma forse proprio questi ritardi fanno crescere la preoccupazione «ecologica» di chi vive nel Bel Paese”.
«La principale differenza con cui viene trattato il tema ambientale in Italia e negli altri grandi Paesi europei», commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace, «è nel grado di consapevolezza delle élite – politiche, ma anche economiche e culturali – del rilievo strategico del tema nelle stesse politiche industriali e di prodotto. Da noi, anche quando abbiamo innovazioni ambientali nell’industria e nei prodotti, queste sono frutto della capacità del singolo imprenditore e non vengono né aiutate né promosse». Dai dati dell’ultima ricerca realizzata da Gpf, e pubblicata sul numero di Sette Green uscito lo scorso maggio, risulta che il 50,8% degli italiani è sensibile ai temi legati alla sostenibilità e che il 48,6% sceglie, quando è possibile, di comprare prodotti ecocompatibili. «Il dato di fatto», osserva il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, «è che gli italiani sono molto più avanti della loro classe politica. Fin troppi ormai sono i segnali. Lo straordinario successo della detrazione del 55% per migliorare energeticamente la propria abitazione, i 170 mila impianti fotovoltaici a dimensione familiare, il successo del porta a porta nella raccolta differenziata dove i comuni l’hanno organizzata o ancora il successo dei prodotti bio e della filiera corta. Ovunque ci siano possibilità concrete di cambiare stili di vita e di fare azioni per l’ambiente, gli italiani sono disponibili e attivi. Gli stessi referendum hanno espresso una grande voglia di pronunciarsi su questioni che hanno molto a che fare con la vita quotidiana. Al contrario, la politica nazionale sembra occuparsi di tutt’altro e proprio sui temi ambientali emerge ora la distanza tra gli interessi dei cittadini e le scelte della politica istituzionale».
DOMANDA E OFFERTA – I Green Awards assegnati da Sette Green terranno anche conto di un equivoco di fondo tra «domanda» e «offerta», messo in evidenza da uno studio realizzato dalla Sda Bocconi, intitolato Creare valore nel Green Marketing: molte aziende sopravvalutano la propensione degli utenti a pagare di più i prodotti ecologici. Il dossier ha messo a confronto le opinioni di 500 consumatori e 300 manager di imprese di diversi settori. Mentre il 44% dei manager ritiene che i prodotti green consentano di strappare un prezzo più alto rispetto ai prodotti tradizionali, solo il 13% dei consumatori la pensa allo stesso modo, pur riconoscendo la qualità dei prodotti green (il 46% pensa che sia superiore a quella dei prodotti tradizionali e meno del 9% la giudica inferiore). A caratterizzare i prodotti green e a determinarne il valore agli occhi dei consumatori sono soprattutto due caratteristiche: la riciclabilità (ritenuta almeno abbastanza importante dal 90% degli intervistati) e i risparmi di energia (apprezzati dall’82% dei consumatori). «Per il suo carattere innovativo», commenta Adriano Paolella, direttore generale di Wwf Italia, «il perseguimento di azioni sostenibili comporta un maggiore impegno da parte di chi lo avvia e lo pratica. Chi persegue buone pratiche è quindi encomiabile perché investe parte della sua vita per un benessere che non è solo personale ma dell’intera comunità. Mancando adeguate politiche di sostegno, il riconoscimento pubblico gratifica. I premi, e questo in particolare, diventano lo strumento per segnalare la percorribilità di una soluzione sostenibile, per dare valore alle scelte individuali, per esplicitare le reali differenze tra azioni concretamente sostenibili e quelle che si autodefiniscono tali».
FINTO VERDE – Infine, altra caratteristica del settore, che influenzerà la scelta dei vincitori: non è verde tutto quel che brilla, una pennellata «green» non basta e il boom dei prodotti sostenibili e della comunicazione che li spinge deve imparare a tenerne conto. «È esattamente così», commenta Francesco Bertolini, presidente di Green Management Institute, che promuove la sostenibilità nel sistema privato e nel settore pubblico. «Più della metà delle società che puntano sul “green” come leva di comunicazione non hanno reali contenuti ecologici. Essere sostenibili non è facile: richiede cambiamenti strutturali nell’organizzazione aziendale e questi sono spesso inconciliabili con l’esigenza di crescita continua che domina il sistema di mercato. Cambiare il sistema di produzione e consumo richiede approcci culturali nuovi; la crescita della domanda di “ambiente” da parte del mercato, in periodo di crisi economica, rischia di rallentare, ed è per questo necessario uno sforzo maggiore da parte delle imprese e dei legislatori per consentire l’affermarsi di un nuovo paradigma in cui anche la variabile ecologica, oltre a quella economica, sia un elemento centrale nel processo decisionale».
VOTARE SU CORRIERE.IT – Tra le categorie premiate ci sarà anche quella degli spot internazionali sui temi ecologici che saranno pubblicati nel canale ambiente del sito del Corriere, dove i lettori dal prossimo 6 ottobre potranno votare la loro preferita. Saranno loro, infatti, in questa categoria, a determinare i vincitori. Oltre a E.ON, gli altri due sponsor dei Green Awards sono Mapei e Montepaschi. La prima è leader mondiale nel settore degli adesivi e prodotti chimici per l’edilizia e il suo impegno ecologico si sviluppa in linee di prodotti e sistemi certificati da organismi ufficiali e riconosciuti internazionalmente. Il Gruppo Montepaschi, invece, è una banca impegnata sul fronte della sostenibilità che è per esempio riuscita a realizzare una significativa riduzione dei consumi elettrici, scesi sotto la soglia del milione di Kwh, con un -5,7% rispetto al primo semestre del 2010.