Siccità in California: l’acqua arriverà dal mare. Ma gli ambientalisti insorgono contro l’impianto

Un’opera che costerà 1 miliardo di dollari per desalinizzare l’acqua del Pacifico, con grandi consumi di energia elettrica ed emissioni di C02. Molto meglio ridurre gli sprechi: la metà dell’acqua nella zona viene utilizzata per innaffiare i giardini.

ACQUA POTABILE DAL MARE IN CALIFORNIA –

La polemica è feroce. La California è puntualmente senz’acqua, con continui razionamenti e con (teoriche) multe salatissime per chi la spreca, e adesso le autorità dello Stato americano puntano tutto sulla trasformazione dell’acqua marina in acqua potabile. L’impianto è in corso di realizzazione a Carlsbad, in California, e servirà a riconvertire l’acqua del Pacifico in acqua per i rubinetti per l’intera area di San Diego. Il costo della gigantesca opera, che sarà inaugurata a novembre, è di 1 miliardo di dollari e fornirà complessivamente 190mila metri cubi di acqua al giorno nella zona coperta dall’impianto.

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DESALINIZZAZIONE DELL’ACQUA DI MARE IN CALIFORNIA –

Fin qui l’innovazione. Ma le associazioni ecologiche sono sul piede di guerra e contestano da cima a fondo il progetto del maxi-desalinizzatore. In primo luogo per le sue scarse capacità rispetto alla gravità del problema: in fondo, l’acqua del Pacifico riconvertita sarà a disposizione di appena il 7 per cento della popolazione della contea. In secondo luogo l’impianto richiede una grande quantità di energia elettrica ed emetterà valori molto significativi di C02. Dunque, nuovi danni in vista per il riscaldamento climatico e la siccità che stanno stremando la California e hanno messo a rischio l’intero settore agricolo. Infine il sale che viene estratto e rigettato in mare ucciderà milioni di uova di pesce.

RECUPERO ACQUA PIOVANA –

Ma quali sono le alternative proposte dalle associazioni ambientaliste? Una, ed è la più efficace: eliminare gli sprechi attraverso un uso più accorto dell’acqua e nuovi stili di vita. La metà dell’acqua urbana utilizzata a San Diego, la zona servita dal nuovo impianto, viene per esempio utilizzata per innaffiare prati e giardini. Ne serve davvero tanta? E perché invece di spendere 1 miliardo di dollari per un maxi impianto non finanziare con incentivi mirati piccoli impianti per il recupero dell’acqua piovana?

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