“La guerra non si può umanizzare, ma solo abolire” (Albert Einstein)

Il peso di una guerra colpisce anche le future generazioni. Nel Novecento per le guerre ci sono stati 191 milioni di morti

Non esistono guerre che non siano disumane. Con morti e feriti che vanno ben oltre i dati riportati poi dagli storici di un conflitto. È stato calcolato che nelle guerre del ventesimo morti sono morti 191 milioni di persone, in maggioranza civili: per ogni persona uccisa direttamente, altre nove ne muoiono per cause indirette.

Non esistono guerre che iniziano e sappiamo quando finiscono. Magari non finiscono mai, come la guerra tra gli arabi e palestinesi, fonte a sua volta di altri conflitti, In tutto il mondo.

Non esistono guerre inevitabili. O comunque necessarie. In ogni guerra c’è sempre un prologo che poggia le sue ragioni sulla sopraffazione, sulla violenza e sull’idea di dominare il nemico.

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Non esistono guerre che non lasciano segni di distruzione. A lungo, molto a lungo.  Tutti diventano più poveri, specie chi è già povero prima del conflitto. Arretrano il benessere collettivo, il progresso, la libertà di pensiero e di scambio, le condizioni sanitarie di interi pezzi di mondo.

Non esistono guerre che non vadano abolite. La pace è una e universale. Senza se e senza ma.

Non esistono guerre che non pesano sulle future generazioni. E dunque non c’è nulla di meno sostenibile della guerra.

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GUERRE: COSA SAPERE

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