Fiorenzo Caspon: l’imprenditore del Nord-Est che ha la passione di piantare alberi

Ha un'azienda leader in Europa per la produzione di spugne metalliche in rame, ma il progetto che più lo rende orgoglioso è un'oasi che ha creato con 8 mila piante. Nel cuore della Pianura Padana super inquinata

uomo che salva gli alberi

Lunik Star è la classica azienda-gioiello del made in Italy, che presidia, grazie all’innovazione dei suoi prodotti, il mercato europeo delle  spugne metalliche in rame e in lana d’acciaio. Inoltre dalla sede della società, a Fanzolo di Vedelago, in provincia di Treviso, arriva un messaggio chiaro e forte a favore della sostenibilità: piantare tanti alberi, ovunque, e specie in un territorio consumato proprio dalla crescita esplosiva delle imprese locali e dalla relativa industrializzazione.

Come se fosse un hobby, ma in realtà è un vero secondo lavoro, Fiorenzo Caspon, l’imprenditore trevigiano proprietario di Lunik Star, di Treviso si è guadagnato sul campo l’etichetta di “uomo che pianta alberi”. Perché Caspon salva gli alberi destinati a essere tagliati e li ripianta nei terreni di sua proprietà nelle campagne di Fanzolo di Vedelago.

Figlio di contadini, Fiorenzo va a scuola, diventa perito elettronico e inizia la sua attività professionale girando i paesi del trevigiano per aggiustare elettrodomestici. Un’attività che gli basta per vivere dignitosamente e per coltivare la sua passione per i campi. Ma, improvvisamente, arriva la svolta grazie a una geniale invenzione. Il padre di Caspon ha una macchinetta per fare la spugnetta di ferro, lui la modifica e inizia a metterla in produzione. Oggi è il numero uno in Europa per la produzione di spugnette metalliche.

lorenzo
Foto tratta dalla pagina FB Vivi, sorridi, danza

Una volta diventato ricco, Fiorenzo riesce a dare un’altra svolta alla sua vita. Non prende le sembianze dell’imprenditore milionario e di successo: villa al mare e in città, yacht, vacanze di lusso. La sua seconda vita, parallela a quella di imprenditore di successo, è ispirata a un chiodo fisso: piantare alberi, ricostruire un paesaggio stravolto dai capannoni industriali e dall’agricoltura intensiva. Pioppi, gelsi, aceri di campagna, biancospini, platani, lecci, frassini. Caspon parte da un campo ereditato, con il fratello, dal padre, e poi procede con l’acquisto di terreni abbandonati e di alberi da piantare. Alcuni sono recuperati attraverso il monitoraggio dei luoghi dove vengono espiantati: è il caso delle piante eliminate per il cantiere della Pedemontana Veneta. Nel corso di questa attività Caspon, che non ha mai tenuto un conto preciso degli alberi piantati,  ha dato vita ad un’oasi vivono e vengono curati circa 8 mila alberi, un vero polmone d’ossigeno per la Pianura Padana, una delle zone più inquinate d’Italia e d’Europa.

Finora Caspon ha speso molti soldi per coltivare la sua passione di “uomo che pianta alberi”e molti di questi soldi, secondo le assurdità tipicamente italiane, sono andati via per pagare tasse di registro. Dai terreni dove ha piantato alberi non ricava guadagni, ma sostiene solo costi, e ciononostante ha respinto la proposta di affittare una parte della sua terra per mettere a dimora vigne di prosecco rosé, un vino che va molto di moda da queste parti. “Voglio solo dimostrare che è possibile non limitarsi a sfruttare la terra” ha racconta Caspon. “E se qualcuno mi considera un matto, pazienza… L’importante è che avrò lasciato qualcosa di importante ai miei figli”. Una testimonianza che forse vale più della sua azienda di spugnette di ferro.

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