
Dopo la pubblicazione del dossier “Terra rubata” di WWF e FAI, lavoro che ben illustra la drammatica perdita di suolo italiano – si parla di 75 ettari al giorno – i riflettori tornano sulla difesa del territorio: associazioni ambientaliste e agricoltori sono occupati in una lotta all’ultimo metro quadro per salvare il Parco Agricolo Sud Milano, una delle aree agricole protette più estese a livello europeo e tra gli ultimi polmoni verdi del capoluogo lombardo. La questione è complessa, ma cerchiamo di riassumerne i due punti principali: da una parte c’è la richiesta si espansione di un polo industriale a Rosate (Mi); dall’altra la costruzione di un polo di interscambio merci fra ferrovia e camion. Per il momento focalizziamoci sulla prima minaccia: circa 55.000 metri quadri di terreno fertile rischiano di scomparire per la richiesta di ampliamento di uno stabilimento della società tedesca Schattdecor, tra le realtà imprenditoriali più importanti di Rosate, che dal 2009 cerca di espandere la produzione sul territorio. Piccolo problema, l’area interessata dall’ampliamento ricade in un parco naturale, proprio il Parco Agricolo Sud Milano. Da qui inizia un percorso che, dal 2009, arriva ai giorni odierni. Gli ambientalisti si mobilitano, così come agricoltori, cittadini e qualche esponente politico, che non crede in uno sviluppo all’insegna del consumo. Ma andiamo con ordine.
Il Comune di Rosate promuove un Accordo di Programma tra Regione Lombardia, Parco Agricolo Sud Milano, Provincia di Milano e Comune di Rosate per l’ampliamento dell’insediamento produttivo dell’azienda Schattdecor Srl. Tale Accordo comporta una variante parziale al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco. Ente Parco, Provincia e Regione aderiscono all’Accordo di Programma e con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, in data 18 maggio 2011 si avvia il procedimento di variante parziale al PTC del Parco. In data 25 ottobre 2011 il Consiglio Direttivo del Parco approva la proposta di adozione della variante parziale al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano nel Comune di Rosate (per i dettagli, ecco la Deliberazione n.1/2012).
Le reazioni
La decisione allarma i movimenti a difesa della vocazione agricola dell’area periurbana a sud di Milano, così come le forze politiche impegnate in uno sviluppo più equilibrato, tra cui il Gruppo di Italia dei Valori, che motiva il suo “no” alla delibera: «l’area in questione – spiega Luca Gandolfi,capogruppo di Italia dei Valori in Provincia di Milano – rientra nel Parco Agricolo Sud che, come dice il nome stesso, ha una specifica vocazione agricola. Già la scorsa settimana dall’Assemblea dei sindaci di Parco Sud sono state approvate due varianti quella appunto che riguarda il Comune di Rosate e quella che riguarda il polo di interscambio a Vignate. Le criticità sia a livello di impatto ambientale che in materia di viabilità, qualora la variante dovesse passare, sono troppe – continua Gandolfi – senza che come contropartita siano garantiti significativi incrementi occupazionali che durino nel tempo. Il rischio è che si cerchi di giustificare ogni singola variante e, una dopo l’altra, si perda il concetto di “parco agricolo” che invece dovrebbe essere non solo tutelato, ma addirittura valorizzato. Non possiamo perdere, un pezzo alla volta, un polmone di verde agricolo così prezioso per Milano, intesa nel senso più ampio di area vasta, o, come va di moda oggi, di città metropolitana»