
Ha solo dodici anni, ma a Pechino e’ stato ricoverato a forza e
sottoposto alla tortura dell’elettroshock: cosi’ i medici sono convinti
di rimettergli la mente a posto e scongiurare il suo non invidiabile
record: quattro giorni consecutivi appallottolato in un cybercafe’,
perpetuamente connesso, senza quasi toccare cibo e acqua. Volete sapere
come si diventa drogati di Internet?
Il paziente simbolo
Il nome del ragazzo non e’ stato reso noto, anche se non e’ certo il
paziente zero della Web-pandemia, ma di sicuro rappresenta alla
perfezione il paziente-simbolo. Sono milioni gli orientali e gli
occidentali che hanno trasformato Facebook, Myspace, Youtube e Twitter
in un’ossessione, prima, e in una forma di dipendenza, poi, e ora un
centro specializzato americano di Seattle – battezzato ReSTART – ha
elaborato la lista definitiva dei sintomi per capire se si e’ individui
a rischio o si e’ gia’ prigionieri delle sirene virtuali.
Ecco le 11 manifestazioni di incipiente follia, elaborate dal direttore
della societa’, Hilarie Cash. Si naviga nel proprio sito preferito per
contrastare lo stress e sentirsi un po’ meglio. Giorno dopo giorno si
passa sempre piu’ tempo online, in un crescendo innaturale. L’umore non
e’ quello solito, ma gli attacchi di rabbia diventano standard. Addio
affetti e amici: li si trascura per stare incollati al pc. Non c’e’
attivita’ capace di emozionare che non sia una di quelle provenienti dal
Web.
Cominciate a preoccuparvi, perche’ avete la sensazione di riconoscere
esperienze famigliari? E allora ecco l’altro pacchetto di indizi. Si
mente spudoratamente sul numero dei clic con cui si guarda il video
preferito. Navigare diventa la scusa per mettere in secondo piano i
compiti scolastici o le responsabilita’ di lavoro. Il pensiero corre
sempre alle tentazioni del cybermondo, anche quando ci si dovrebbe
concentrare su altro. Cresce il macigno dei sensi di colpa, perfino la
vergogna, quando si e’ online e non si riesce a smettere. Si dorme
sempre meno, perche’ la notte si tramuta nel momento magico delle
evasioni internettiane.
E, infine, insonnia a parte, ultimo indizio, che e’ un concentrato di
segni psicosomatici. Puo’ succedere di vedere se stessi in rapida e
incontrollabile mutazione: bruschi cambiamenti in su o in giu’ di peso,
emicranie via via piu’ frequenti, dolori da mouse alla mano e al
braccio.
Spiega Hilarie Cash che gli sfortunati che si identificano in tre dei
sintomi sono in pericolo, sull’orlo del vulcano. A cinque si e’ gia’
drogati. Oltre questa soglia e’ necessario chiedere subito aiuto, anche
se l’elettroshock non e’ consigliabile. Meglio andare all’indirizzo
www.netaddictionrecovery.com e disintossicarsi, seguendo un serrato
programma di esercizi fisici e lavori veri – dall’orto ai biscotti
fatti in casa – per almeno 45 giorni (prezzo 14 mila dollari).
Internet – suggeriscono gli esperti – e’ come il cibo: nel XXI secolo
non se ne puo’ fare a meno, ma e’ essenziale seguire un regime
controllato, evitando bulimie da tastiera. Altrimenti si scatena la
dipendenza che il centro ReSTART cerca di contrastare e dalle
esalazioni della cyberdroga si materializza il peggio delle pulsioni e
delle manie. I drogati di Web, infatti, scintillano per creativita’. Gli
universi virtuali esaltano esponenzialmente il loro ego malato, tanto
che un filo conduttore delle follie online e’ proprio l’egosurfing:
ogni occasione e’ buona per raccontarsi ed esibirsi.
Il social networking e’ l’alibi di queste tentazioni egocentriche, che
si manifestano con sindromi ormai codificate dagli psicologi come
narcisimo da Youtube (diffondendo sistematicamente video sulla
propria vita), crackberry (che impone di controllare la mail
compulsivamente e inviare mail a raffica) e blogstreaking (gli
sfrontati spogliarelli psicologici su qualunque blog).
Manie di protagonismo
E’ la stessa mania di protagonismo alla base del successo planetario di
Wikipedia, che, periodicamente quanto inutilmente, si vorrebbe mettere
sotto controllo, scoraggiando le centinaia e centinaia di migliaia di
volontari dal preparare e completare le voci di un’enciclopedia
potenzialmente infinita.
La cyberdipendenza e’ una sola, ma le cybermalattie sono esplosioni
inarrestabili di fantasia. Internet gioca con il nostro Io. Sempre. Chi
lo sa meglio dei cybercondriaci, costretti a passare da un sito
all’altro per decifrare sintomi immaginari e confezionarsi diagnosi
deliranti?