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Suicidi in carcere
Chi sono i detenuti nelle carceri italiane
Detenuti per abitanti
Carceri imbottite di detenuti in un Paese dove la giustizia non esiste, non è garantita la certezza della pena e il giusto processo in tempi ragionevoli è una pura utopia. E nonostante questo abbiamo un tasso di detenzione di trenta punti superiore a quello della Germania, dove se commetti un reato è difficile cavartela. I dati sono dell’United Nations Office of Drugs and Crime: in Italia si contano 100,5 detenuti ogni 100mila abitanti; in Germania si arriva a quota 77 detenuti ogni 100mila abitanti.
L’abisso che separa la giustizia (inesistente) dai detenuti (persone in carne ed ossa abbandonate come bestie) è confermato dal fatto che un terzo dei detenuti in Italia è dietro le sbarre in attesa di un processo. Considerando i tempi medi dei processi, e come ragionano alcuni magistrati, la carcerazione preventiva è un modo per fare scontare la pena a qualcuno che, tra una prescrizione e l’altra, non avrà mai una sentenza definitiva da detenzione. Salvo poi scoprire, come avviene spesso, che l’imputato, una volta conclusi i diversi gradi di giudizio, era innocente. E dunque ha contribuito, ingiustamente, al sovraffollamento delle carceri. Un meccanismo infernale che butta a mare lo Stato di diritto e non fa altro che aumentare la cattiva reputazione del nostro paese in materia di rispetto dei diritti umani.
Il caso Lombardia
Carceri italiane sovraffollate
Nel mondo ci sono quasi 11 milioni di detenuti, e la cifra va considerata arrotondata per difetto vista la scarsissima trasparenza con la quale alcuni grandi paesi, come la Cina, forniscono dati sulla popolazione carceraria. Dal Duemila la popolazione carceraria è aumentata del 24 per cento, e anche l’Italia si trova all’interno di questa tendenza. Con un elemento in più: l’enorme spesa che registriamo per la gestione del sistema carcerario. Circa 2,4 miliardi all’anno, il triplo di quanto spendono gli spagnoli. Tutto questo per sovraffollare le nostre galere.
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