Senza prevenzione e cura per il Pianeta, future pandemie sono dietro l’angolo

È quanto emerge da un rapporto scientifico dell'Ipbes, secondo il quale ci sono circa 850mila nuovi virus che potrebbero infettare l’uomo. Per evitarlo è necessario impedire la deforestazione e preservare la biodiversità

rischio future pandemie

Una seconda ondata di coronavirus sta terrorizzando di nuovo l’Europa e il mondo. Molti Paesi, compresa l’Italia, stanno ricorrendo alle più drastiche delle misure, ossia la limitazione dei movimenti dei cittadini con lockdown più o meno severi. Queste restrizioni rappresentano l’ultima spiaggia per i governi che, in questo modo, sperano di evitare il collasso del sistema sanitario. In questa situazione, oltre all’emergenza sanitaria, i cittadini devono fare i conti anche con una tremenda crisi economica che porta molti di loro sul lastrico. Un vero e proprio incubo, soprattutto alla luce del fatto che gli impatti economici derivanti dal dover far fronte a una pandemia sono 100 volte superiori al costo stimato per la prevenzione. Basti pensare che la spesa a livello globale per le ricadute del Covid-19, fino a luglio 2020, è stata tra gli 8mila e i 16mila miliardi di dollari.

RISCHIO FUTURE PANDEMIE

La diffusione dei virus, infatti, è direttamente proporzionale a quanto ci prendiamo cura del nostro Pianeta. La perdita della biodiversità, la deforestazione, il commercio di fauna selvatica, e lo sfruttamento non sostenibile possono influire direttamente nell’esplosione di nuove pandemie. Lo rivela un rapporto scientifico dell’Ipbes (Piattaforma intergovernativa di politica e scienza sulla biodiversità e i servizi ecosistemici), secondo il quale in natura ci sono 1,7 milioni di virus ancora “non scoperti” nei mammiferi e negli uccelli, di cui fino a 850mila potrebbero avere la capacità di infettare l’uomo.

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COME PREVENIRE FUTURE PANDEMIE

Lo scopo del rapporto, condotto consultando 22 esperti di livello mondiale sui legami fra il degrado della natura e i rischi crescenti di pandemia, è ricordare quanto sia necessario cambiare approccio, passando dalla reazione alla prevenzione. Un cambiamento che diventa fondamentale per la nostra sopravvivenza perché, se non si comincia ad agire subito, le future pandemie scoppieranno più spesso e più rapidamente, e avranno una letalità addirittura più alta del covid-19. Per prima cosa, spiegano gli studiosi, è fondamentale ridurre il contatto tra fauna selvatica-bestiame e uomo, preservando i loro habitat naturali.

ALLERTA NUOVI VIRUS

Nel rapporto si legge che “affidarsi alle risposte alle malattie dopo la loro comparsa”, sul fronte della salute pubblica e delle soluzioni tecnologiche, in particolare “sulla rapida progettazione e distribuzione di nuovi vaccini e misure terapeutiche, è un percorso lento e incerto“. Per questo è necessario intervenire in modo diverso. Tra le proposte c’è l’istituzione di un consiglio intergovernativo di alto livello sulla prevenzione delle pandemie per fornire ai politici la migliore scienza e le migliori prove sulle malattie emergenti. Ma anche l’introduzione di tasse o imposte sul consumo di carne, sulla produzione zootecnica e su altre forme di attività ad alto rischio di pandemia. Fondamentale, in tal senso, è la riduzione o l’eliminazione delle specie potenzialmente portatrici di malattia nel commercio di animali selvatici e più in generale regolamentare tutti gli aspetti della vendita di questi animali.

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