Pietra di scarto, il pomodoro a chilometro zero prodotto nella terra confiscata ai mafiosi

Una cooperativa sociale a Cerignola è riuscita a dare una seconda vita ai terreni del boss Rosario Giordano. Con uno slogan molto convincente: «Lo Stato siamo noi»

POMODORI CHILOMETRI ZERO

La lotta per la legalità e la battaglia, anche culturale, per ridurre gli sprechi. Una filiera da economia sostenibile, e prodotti a chilometri zero. Un modo concreto e visibile per utilizzare in modo corretto, senza sprechi e senza scandali, i beni sequestrati alla mafia. Un’opportunità per fermare il caporalato nelle regioni del Sud, una delle forme più insopportabili di sfruttamento della manodopera, specie immigrati.

PIETRA DI SCARTO POMODORI

Tutte queste cose insieme appartengono al progetto della cooperativa sociale Pietra di scarto, a Cerignola, in provincia di Foggia. Qui le terre sono state sequestrate al boss Rosario Giordano, consegnate alla cooperativa, i cui ragazzi hanno scritto sul muro di un vecchio magazzino «Lo Stato siamo noi». Frase che raramente si ascolta nel Sud, dove in genere si tende a considerare lo Stato un corpo estraneo rispetto alla popolazione, distante  e perfino ostile.

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POMOVERO CHILOMETRI ZERO

L’attività economica di Pietra di scarto è concentrata su due prodotti: olio d’oliva e pomodori pelati. In particolare con il marchio Pomovero, la cooperativa riesce e produrre ed a vendere circa 20mila bottiglie di pelati l’anno, dando lavoro anche a manodopera straniera. La trasformazione radicale di un bene, dalla mafia al volontariato, in queste terre di Cerignola, non poteva non essere intestata a un uomo-simbolo, una delle tante vittime della prepotenza e della violenza dei clan.

LOTTA LEGALITÀ POMODORI

Si tratta di Francesco Marcone, direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia, assassinato dalla mafia il 31 marzo 1995. Solo perché faceva onestamente il suo lavoro e non si era messo agli ordini del boss locale. «Nella nuova vita, questo luogo crea lavoro e ricchezza, grazie al lavoro nei campi. Ma non è nostro, appartiene a tutta la comunità» racconta Pietro Fragasso, presidente della cooperativa Pietro di scarto. I cui prodotti si possono anche ordinare online cliccando qui.

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