Il meccanismo parte dal sistema nervoso, dove il peperoncino interviene attraverso i recettori presenti sulla lingua, ma anche nella gola e sulla pelle. Da qui la sensazione, non certo piacevole, di bruciore, sudorazione, lacrime e naso che cola. Ma è proprio a questo punto, secondo gli studiosi di USL che scatta la sensazione di piacere.
Il cervello, messo di fronte agli effetti del peperoncino, lancia un segnale di allarme, collegato alle sensazioni provocate. Ma con l’esposizione ripetuta al peperoncino, lo stesso cervello, che non è passivo, reagisce e impara la verità: non c’è nulla da preoccuparsi per le sensazioni causate dal peperoncino. E lo scarto tra ciò che ci aspettavamo e la certezza, stabilita dal cervello che non accadrà nulla di pericoloso o di preoccupante, rende l’esperienza di mangiare il peperoncino prima tollerabile e accettabile, e poi gratificante fino alla sensazione di benessere.
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