Nato grazie all’impegno dell’associazione Quattro valli, che è riuscita a farsi concedere l’appezzamento in comodato d’uso gratuito, l’Orto collettivo è un piccolo miracolo di impegno e dedizione. I sette ettari di cui è composto, infatti, sono tutt’altro che l’habitat ideale dove far nascere un orto. Quando i volontari hanno cominciato a lavorarci era incolto e franoso, quindi si sono dovuti dar da fare e, armati di guanti e la zappa, sono riusciti a dissodarlo, a creare dei terrazzamenti e a seminarlo. Con il tempo i semi sono cresciti e hanno popolato l’Orto collettivo di oltre 25 mila piantine di ortaggi. Proprio questi ortaggi, oggi, sono diventati il centro di un fiorente commercio per il quale non sono accettate monete ma solo oggetti di scambio. Così succede che arrivi gente che in cambio di un vecchio attrezzo agricolo utile alla causa, rimedi cinque chilogrammi di pomodori. Il tutto ottimizzando le risorse, non sprecando elettrodomestici ed oggetti che possono ancora essere utili, e dando ai genovesi la possibilità di assaporare il vero “km zero”.
Vera anima di questo progetto è il quasi settantenne Andrea Pescino, a cui piace scherzare sulla vera motivazione del baratto: “Da buoni genovesi non buttiamo via nulla”. Ma in realtà è ben cosciente che, soprattutto in periodi di difficoltà economica, metodi di pagamento alternativi per reperire il cibo sono molto apprezzati da chi fa fatica ad arrivare a fine mese. Uno scambio che non funziona solo con gli oggetti ma anche con i servizi: i volontari, infatti, sono intenzionati a pagare con ortaggi di prima qualità idraulici e restauratori che siano intenzionati a mettere a disposizione le loro competenze. Per settembre, inoltre, è allo studio una piattaforma di scambio online per riuscire a intercettare meglio la domanda e l’offerta.
Tra le varie iniziative che l’Orto collettivo mette in campo c’è anche la collaborazione con un gruppo di richiedenti asilo che, su questi terreni genovesi, hanno modo di rendersi utili alla comunità, imparando un mestiere. Una volta arrivati, infatti, prima studiano le tecniche, ottenendo il diploma di Costruttore del paesaggio, e poi cominciano a lavorarci al fianco di italiani di mezza età, uniti dalla fatica del lavorare la terra ma anche dalla soddisfazione di poterne raccogliere i frutti.
Da qualche tempo, inoltre, l’Orto collettivo Genova ha anche iniziato un progetto itinerante. Durante il mese di gennaio, ad esempio, sulle alture di Bavari, la rete d’impresa OrtoBee – Rete agricola ha collaborato con l’associazione Orto collettivo Genova. Insieme, hanno portato avanti un progetto significativo: la riqualificazione di un bosco, destinato ora a corsi e attività formative.
Le foto sono tratte dalla pagina Facebook OrtoCollettivo Genova.
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