New York punta tutto sui pannelli solari

Armato di un sistema a raggi laser chiamato Lidar, un piccolo bimotore ha sorvolato per un mese intero l’area metropolitana di New York, «sparando » in ogni direzione e raccogliendo dati sulla forma, l’angolatura e le dimensioni di un milione di tetti della città. Ha persino misurato la chioma degli alberi e la loro ombra. […]

Armato di un sistema a raggi laser chiamato Lidar, un piccolo bimotore ha sorvolato per un mese intero l’area metropolitana di New York, «sparando » in ogni direzione e raccogliendo dati sulla forma, l’angolatura e le dimensioni di un milione di tetti della città.

Ha persino misurato la chioma degli alberi e la loro ombra.

La montagna di informazioni è stata poi data in pasto a un supercomputer con dieci processori che per 50 ore ha m a s t i c a t o senza sosta.

Il risultato? Una mappa tridimensionale (e interattiva) sulle potenzialità di New York per la produzione di energia solare che ieri ha lasciato di stucco tutta la città.

Condotta dall’università Cuny e finanziata dal sindaco Mike Bloomberg, oltre che dal ministero dell’energia, la mappatura della metropoli ha infatti messo in evidenza una vera e propria miniera inesplorata.

Due terzi dei tetti di New York, compresi quelli di molti grattacieli, sono adatti a essere coperti con pannelli solari.

Se lo fossero, sarebbero in grado di generare il 49,7 per cento, cioè la metà, dell’energia usata di giorno nelle ore di punta, quando il sole batte più forte e gli uffici hanno l’aria condizionata al massimo.

Nel complesso potrebbero contribuire al 14 per cento del consumo annuale di elettricità, diminuendo l’inquinamento e rendendo inutile la costruzione di altri impianti da parte della ConEd, la società elettrica locale.

«La nostra mappa sarà il punto di partenza per una nuova infrastruttura urbana più moderna e pulita», ha commentato Tria Case, responsabile del progetto alla Cuny (City university of New York), sapendo di dire una cosa gradita al sindaco.

Bloomberg, infatti, il miliardario che ormai guida la metropoli dal 2002, si è sempre distinto per le battaglie ambientaliste (e salutiste).

È stato lui a rendere ciclabili molte strade di Manhattan.

Sempre lui a imporre drastici regolamenti anti-fumo.

Ancora lui a lanciare piani per la riforestazione urbana, per i limiti alla circolazione delle auto private e per la protezione del verde.

Finora New York era in ritardo nello sviluppo dell’energia solare, nonostante i contributi offerti dalla Casa Bianca di Barack Obama.

Nella metropoli esistono solo 400 impianti, tra piccoli e grandi, che producono 6,5 megawatts.

Ma la nuova mappa solare, che non è la prima del genere (San Francisco si è mossa d’anticipo), ma certo la più grande e ambiziosa, permetterà di accelerare gli sforzi aiutando i proprietari dei singoli immobili a valutare la convenienza di un investimento nei pannelli.

Chiunque, infatti, inserendo il suo indirizzo può scoprire se il tetto è adatto o meno (cioè se è abbastanza soleggiato) a ospitare dei pannelli.

E la mappa interattiva offre anche una stima del potenziale in kilowatt dei vari edifici e delle migliaia di alberi che occorrerebbe piantare per ovviare ai danni ambientali della stessa energia prodotta con il petrolio o il carbone.

 

 

 

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