Michelle, 15 anni, la baby sindaca già pronta per la regione

Eletta dalle scuole di un piccolo comune bolognese, Castel San Pietro Terme, secondo una legge del Duemila. Michelle è una dei 183 baby sindaci italiani

Le sue passioni sono la musica e la letteratura. E la politica. Così da quando è una baby sindaca, Michelle Lamieri, 15 anni, non fa altro che pensare a nuove proposte per il comune bolognese di Castel San Pietro Terme. Mentre il suo futuro è già proiettato nell’amministrazione regionale dell’Emilia-Romagna.

MICHELLE LEMIERI

Michelle è stata eletta, come prevede la legge che ha istituito il Consiglio comunale dei ragazzi (che risale al Duemila su imitazione di modelli già collaudati in diversi paesi europei)), dalle scuole pubbliche e parificate del suo comune. Secondo le regole della democrazia rappresentativa: prima sono stati eletti i consiglieri, che a loro volta hanno scelto la baby sindaca, chiamata a restare in carica due anni.

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BABY SINDACO

Che cosa fa un baby sindaco? Svolge una sorta di attività di consulenza per il sindaco 8quello adulto) e per l’amministrazione comunale, rappresentando la voce e gli interessi delle nuove generazioni, spesso i più trascurati. Michelle, con i suoi consiglieri, ha spinto per progetti sull’ambiente, sull’istruzione, sulle scuole, contro il bullismo. Uno dei momenti più intensi e concreti di questa collaborazione è stato quando un gruppo di ragazzi, guidati da Michelle, ha dato dimostrazione di quali risultati si possano ottenere con una semplice prova di plogging, un’attività sportiva che consiste nel raccogliere rifiuti mentre si corre.

CASTEL SAN PIETRO TERME

Il risultato è stato strabiliante, per un piccolo comune di 20 mila anime come Castel San Pietro Terme: in poche ore gli studenti hanno raccolto ben cinque contenitori, di quelli che si usano per l’acqua negli uffici, zeppi di mozziconi di sigarette.  La prova è servita anche al sindaco, Fausto Tinti, per capire criticità sul territorio che magari non aveva colto in pieno.

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BABY SINDACI IN ITALIA

E in effetti l’esperienza dei baby sindaci, che ormai sono diventati 183 in altrettanti comuni italiani, dal Nord al Sud, presenta, tra i suoi aspetti positivi, innanzitutto quello di essere uno specchio, nel bene e nel male, per l’amministrazione comunale. E anche un campanello d’allarme rispetto a temi trascurati. Poi ci sono i vantaggi per i giovani: riavvicinare le nuove generazioni alla cosa pubblica e alla politica, quella vera, non filtrata dal pollaio dei talk show. Fare esperienza sul campo. Come nel caso di Michelle che a 15 anni ha già deciso il suo prossimo passo: mettere l’esperienza di baby sindaca a Castel San Pietro Terme alla regione Emilia Romagna.

Immagine di copertina tratta da Youtube/Officina Immaginata

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