Uno squalo enorme, affascinante, e non solo per le sue dimensioni: il megalodonte (nome originario Otodus megalodon) è una specie estinta di squali, le cui primissime tracce risalgono a 20 milioni di anni fa. Già la radice del nome, megalodon che in greco significa “grande dente”, rende l’idea delle dimensioni dell’animale. Secondo gli scienziati che hanno studiato i suoi resti, il megalodonte poteva arrivare a una dimensione superiore ai 18 metri. Ed è stato lo squalo più potente del mondo che sia mai esistito.
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Megalodonte
Non è una leggenda, è esistito davvero. I primi fossili risalgono a 20 milioni di anni fa, fa sapere il Natural History Museum, all’epoca il megalodonte dominava gli oceani. Si ritiene fosse lungo dai 15 ai 18 metri, il più grande squalo del mondo, e la sua mascella aveva un’apertura di 2,7 per 3,4 metri di larghezza. Anche se gran parte delle ricostruzioni lo fanno assomigliare a un enorme squalo bianco, i ricercatori hanno in seguito scoperto che non erano imparentati.
L’antenato più antico del megalodonte è l’Otodus obliquus, uno squalo risalente a 55 milioni di anni, che poteva raggiungere i 10 metri di lunghezza. Ma la sua storia evolutiva potrebbe risalire al Cretalamna appendiculata che viveva 105 milioni di anni fa, secondo quanto riporta il Natural History Museum.
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Come si chiama lo squalo più grande del mondo?
Lo squalo più grande del mondo è proprio lui, il leggendario megalodonte, Otodus megalodon, precedentemente noto con i nomi di Carcharodon o Carcharocles megalodon. Che vantava un ulteriore primato, essendo considerato uno dei pesci più grandi del mondo.
Il termine megalodon significa “dente grande” e non è un caso. Non avendo a disposizione scheletri completi, i ricercatori per ricostruirne l’aspetto e le dimensioni si sono basati sui denti, che ad oggi rappresentano gran parte dei resti fossili di megalodonte.
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Ultimo studio sul corpo
Dove viveva
Un po’ ovunque. Tanto che i suoi denti sono stati ritrovati in ogni continente fatta eccezione per l’Antartide. I ricercatori ne hanno individuate tracce in luoghi tropicali e subtropicali di tutto il mondo.
Ecco alcune zone di ritrovamento:
- vicino alla costa orientale del Nord America;
- al largo della costa del Marocco;
- in alcune parti dell’Australia;
- nel Regno Unito;
- lungo le coste e sul fondo delle insenature e dei fiumi di acqua salata della Carolina del Nord, della Carolina del Sud e della Florida.
Cosa mangiava
Quando si è estinto il megalodonte?
L’estinzione del megalodonte risale alla fine del Pliocene, 2,6 milioni di anni fa, anche se non è chiaro quando sia morto l’ultimo esemplare mai esistito. Probabilmente 3,6 milioni di anni fa.
Perché si è estinto?
L’estinzione del megalodonte avvenne quando il pianeta entrò in una fase di raffreddamento globale. Molti grandi animali marini, almeno un terzo, si estinsero per lo stesso motivo.
Il calo delle temperature oceaniche potrebbe aver comportato una significativa perdita di habitat per il megalodonte e al tempo stesso aver causato l’estinzione di molte prede o il loro spostamento in acque meno accessibili.
Avvistamenti
Nel corso degli anni alcune persone hanno segnalato alcuni avvistamenti di megalodonte ma non ci sono prove concrete in grado di avvalorare queste testimonianze. E gli scienziati stessi escludono questa possibilità ritenendolo assolutamente estinto. Anche perché in caso contrario, i ritrovamenti di denti sarebbero molto più numerosi e gli altri grandi animali marini porterebbero segni rivelatori di morsi.
Esiste ancora un megalodonte sopravvissuto?
La bufala riguardante l’esistenza del megalodonte è nata in seguito a diverse segnalazioni di avvistamento, alcune delle quali divenute virali. Come quella del musicista Alex Albrecht che disse di aver avvistato un megalodonte mentre si trovava nell’Oceano Atlantico. Per dimostrare la veridicità di quanto affermato, girò un video e lo pubblicò sul proprio canale TikTok. Delirio!
Tuttavia Emma Bernard del Natural History Museum afferma che “se un animale grande come il megalodonte vivesse ancora negli oceani, lo sapremmo“. E che quindi è assolutamente da escludere un’ipotesi simile. E i ricercatori concordano.
Megalodonte in 3D
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