Le lampade intelligenti arrivano a scuola | Non Sprecare
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Le lampade intelligenti arrivano a scuola

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Una volta erano i bidelli e gli insegnanti a preoccuparsi di accendere o spegnere le luci in classe. Invece ad Abbiategrasso, nel Milanese, alla scuola primaria Umberto e Margherita di Savoia, l’anno scolastico è cominciato sotto una luce nuova, nel vero senso della parola. Le 500 lampadine tradizionali, che fino a qualche giorno fa illuminavano l’istituto, non ci sono più: al loro posto il Comune ha fatto installare le lampade «intelligenti»: apparecchi che, grazie a sensori e fotocellule rilevano sia la presenza umana, sia la diversa intensità della luce solare che entra dalle finestre e, in base a quest’ultima, decidono autonomamente quanta energia utilizzare.

SENSORI E RISPARMI – «Così si prevengono gli sprechi economici e quelli energetici, senza contare la riduzione dell’inquinamento», sottolinea l’assessore alle Opere pubbliche Valter Bertani, che ha curato il progetto. «Inoltre, l’esposizione a una luminosità costante non costringe gli occhi degli studenti a fare sforzi: un beneficio sulla salute di cui spesso non si tiene conto», aggiunge. Ma quanto è costato al Comune questo investimento? 318 euro, installazione e manutenzione per quindici anni inclusa. Impossibile? Forse no. L’impianto, che in termini tecnici si chiama «servizio integrato d’illuminazione a risparmio energetico» costa circa 149 mila euro ed è stato realizzato dalla Beghelli Servizi–divisione Esco, che aveva lanciato un progetto simile nel 2009, insieme alla Provincia di Milano, negli edifici di due istituti milanesi. Il prezzo sarà interamente ammortizzato, nel giro di 15 anni, dal risparmio energetico, rilevato.

ESCO – «Prima l’illuminazione della scuola ci costava 18 mila euro annue. Inoltre, ogni anno pagavamo 4 mila euro per sostituire le lampade. Ora otterremo un risparmio annuale del 48%», spiega l’assessore. L’esperienza di Abbiategrasso non è l’unica in Italia, anche se le scuole che hanno già impianti di questo tipo sono solo poche decine. A renderlo possibile, in tempi in cui i Comuni hanno poche risorse finanziarie, è stato il ricorso a una «Esco», acronimo di Energy Service Company. Queste società, già attive da tempo negli Stati Uniti, aiutano i clienti a trovare soluzioni per il risparmio energetico, che – se associato alla produzione, con un impianto di fonte rinnovabile – riesce a ripagare l’investimento e anche a portare utili. In un piccolo centro del Milanese, Marcallo con Casone, nel 2005 è nata una delle prime Esco italiane, ma soprattutto, una Esco a maggioranza pubblica, la E2sco. La società, fondata dall’allora sindaco Massimo Garavaglia (oggi senatore della Lega Nord) attualmente conta tra i soci 24 Comuni e quattro partner privati. L’idea era trovare risorse perché i paesi, anche piccoli, potessero rinnovare i propri impianti energetici e fare investimenti anche in campo ambientale.

RISULTATI – In sei anni già la metà dei Comuni ha potuto installare impianti fotovoltaici sulle proprie scuole o sui palazzetti dello sport. Altri hanno fatto scelte ecosostenibili per l’illuminazione delle strade, delle aule o degli uffici. Altri hanno optato per la gestione dei rifiuti. Un’intuizione, insomma, che sta portando lontano, anche dal punto di vista della collaborazione fra schieramenti: tra i soci ci sono Comuni lumbard e altri rossi fino al midollo.

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