Fukushima punta al solare con un’azienda italiana

Un impianto su una superficie di 8 ettari dove avvenne uno dei più grandi disastri ambientali nella storia dell’umanità. E un paradosso: l’azienda lavora bene in Giappone, ma non in Italia

Dal nucleare al solare. Grazie a un’azienda italiana, specializzata nella costruzione di impianti per energia da fonti rinnovabili. Nel ricordo di tutto il mondo Fukushima evoca uno dei disastri ambientali più gravi nella storia dell’umanità.

FUKUSHIMA PUNTA SUL SOLARE

L’11 marzo del 2011 un terribile terremoto di magnitudo 8,9 colpì la parte Nord Est del Giappone. Poi arrivò lo tsunami che travolse i reattori della centrale nucleare di Fukushima. Un disastro. Con 15.900 morti e quasi mezzo milione di sfollati. Da allora il Giappone ha pensato di ridimensionare la quota di energia prodotta attraverso il nucleare, ma lo smantellamento della centrale di Fukushima procede con il passo della lumaca. Intanto però il nuovo obiettivo è stato fissato dalla Prefettura della zona: arrivare il più presto possibile al 100 per 100 di energia prodotta da fonti rinnovabili. A partire dal solare.

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INFRASTRUTTURE SPA SOCIETÀ ITALIANA

E qui arriva Infrastrutture SpA, società italiana, fondata nel 1994 da Pier Francesco Rimbotti, che si aggiudica l’appalto per la costruzione di un impianto solare su una superficie di 8 ettari con 9.760 pannelli solari nell’area di Litate, nella prefettura di Fukushima. La cosa paradossale di questa storia è che la società di Rimbotti pulisce l’aria in Giappone, è leader sul mercato degli impianti per l’energia solare in Sud America, ma fa molta fatica a realizzare opere del genere in Italia. Dove è difficile fare anche un semplice impianto fotovoltaico da balcone.

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