Kéré: l’architetto africano che ha in vinto il Nobel costruendo una scuola in argilla in Burkina Faso

Una nuova idea di architettura, basata sul rispetto della natura. E sull’obiettivo di migliorare la vita delle persone. Innanzitutto dove sono più povere

Il suo motto è chiaro e forte: Costruire secondo natura. E lungo il filo di questo principio, che comprende tutto, dal disegno ai materiali usati, Francis Kéré, 57 anni, africano, originario del Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo, ha vinto il Pritzker Price 2022, considerato il Nobel per l’architettura.

FRANCIS KÉRÉ

Il successo di Kéré segna la fine di un’epoca e un vero cambio di paradigma nel mondo dell’architettura. Non più archistar, che firmano progetti mastodontici, talvolta poco pratici e poco utili, spreconi, e innanzitutto poco rispettosi del contesto ambientale, ma autori di progetti davvero sostenibili. Come nel caso della scuola che Kéré ha progettato a Gando, in Burkina Faso. Una costruzione bassa, elegantissima, in argilla e bambù, capace di ospitare 2.500 studenti.

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LA SCUOLA IN ARGILLA

Quando presentò il suo progetto per la scuola in argilla, Kéré fu guardato con molto sospetto dai suoi connazionali. Volevano il cemento occidentale e consideravano l’argilla un materiale da poveri, dunque da scartare. Invece Kéré non solo li convinse a scegliere l’argilla, ma aprì anche una Fondazione per raccogliere fondi e garantire così l’ultimazione dell’opera che oggi rappresenta la scuola più importante del Burkina Faso.

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ARCHITETTURA SOSTENIBILE

Oltre che «costruire secondo natura», nell’idea di architettura sostenibile di Kéré rientra anche l’obiettivo di migliorare la vita delle persone che poi dovranno vivere o lavorare e studiare all’interno di un’opera realizzata. Un traguardo che ripercorre in qualche modo le tappe essenziali della vita del vincitore del Nobel per l’architettura. Kéré, figlio di un capo villaggio di Gando, dove il 45 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, lascia la famiglia a 7 anni e va a vivere nella capitale, Ouagadougou. Qui riesce a studiare, e lavora per mantenersi come carpentiere. Poi emigra definitivamente in Germania, dove diventa un architetto molto famoso per il suo stile ispirato a progettare e costruire «secondo natura». Come testimonia la bellissima scuola di Gando.

Le immagini sono tratte da The Pritzker Architecture Prize

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