Sarà davvero Macron l’uomo nuovo? Intanto ci fa sognare un’Europa diversa (foto)

C’è molta euforia per il vincitore, provvisorio, delle elezioni in Francia. Ma il programma di Macron ha molti buchi neri, per esempio sulla lotta alla povertà e alle diseguaglianze. E sulle politiche ambientali.

emmanuel macron

EMMANUEL MACRON –

Passata l’euforia per il risultato, provvisorio (c’è ancora il ballottaggio del 4 maggio con una tenacissima avversaria…), delle presidenziali in Francia, resta una domanda che ci riguarda tutti, anche noi italiani: sarà Emanuelle Macron, un ragazzo di 39 anni molto ambizioso, liberale asceso dalla provincia all’olimpo dell’Ena e del potere francese, l’uomo nuovo dell’Europa politica? Sarà lui uno dei protagonisti di un cambiamento senza il quale siamo condannati a peggiorare i nostri stili di vita ed a lasciare senza risposte i problemi, dal lavoro alla povertà, dal surriscaldamento globale alla difesa del welfare europeo, che abbiamo sul tavolo?

EMMANUEL MACRON UNIONE EUROPEA –

Inutile dire che Macron finora ha vinto polverizzando, con un colpo solo, le oligarchie di capi e capetti di ciò che resta in Francia della destra gollista e della sinistra di personaggi storici del livello di Francois Mitterand. E ha avuto gioco facile, anche per un pizzico di fortuna che in politica non guasta mai, nel liquidare avversari azzoppati da ciò che oggi l’opinione pubblica, di qualsiasi fascia sociale, ritiene insopportabile: i privilegi e gli abusi del ceto politico. Fillon, per dirla tutta, sarebbe stato il probabile trionfatore di queste elezioni francesi, se non fosse stato azzoppato dai magheggi fatti, con i soldi dello Stato e quindi dei cittadini, a favore della moglie e della sua famiglia. L’ultimo ostacolo, per l’uomo nuovo, è lo scontro a due con Marine Le Pen, un’avversaria da non sottovalutare mai.

EMMANUEL MACRON:

(Credits immagini: Frederic Legrand – COMEO/Shutterstock.com)

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IL PROGRAMMA DI MACRON –

Ma per rispondere alle domande, e guardare avanti, dobbiamo dare un occhio al programma di Macron. Qui ci sono alcune cose convincenti: per esempio, un taglio della spesa pubblica (innanzitutto gli sprechi) per 60 miliardi di euro; forti investimenti nella scuola e nella formazione; un rilancio dell’Unione europea non più prigioniera di oligarchie di burocrati e di politici imbelli. Ci sono cose insufficienti: davvero Macron può pensare di affrontare il grande tema della povertà e della diseguaglianza sociale soltanto con l’idea di ridurre le tasse sulla casa all’80 per cento dei francesi più poveri? E ci sono cose che mancano: quali sono le sue idee e suoi obiettivi sui temi ambientali, a partire dal surriscaldamento del Pianeta, a parte un generico impegno per favorire la crescita delle energie rinnovabili? E qui che Macron, se dovesse diventare presidente della Francia, si giocherà il suo futuro di uomo nuovo della politica in Europa.

E sull’Europa in particolare, a noi non possono bastare le sue dichiarazioni di europeista convinto. Troppo poco, con un sospetto che non è irrilevante per l’Italia. Dopo le elezioni francesi e quelle tedesche, se non ci saranno scosse particolari, il disegno dell’Unione europea sarà rilanciato, come è sempre accaduto, con il motore franco-tedesco. E noi italiani? Rischiamo di essere delle comparse, di fronte a una bandiera europea che si rialza, torna a sventolare e brillare. Ma con l’Italia inchiodata nel buio delle retrovie.

POLITICI CHE LASCIANO UN SEGNO:

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