L’invidia? Ammazzatela con l’umiltà (Salvatore Capodieci)

Un libro ci racconta i lati oscuri di un sentimento molto diffuso. E ci avverte sull’unico, vero antidoto all’invidia: l’umiltà. Sapendo che l’invidia ammazza anche l’amicizia

Paolo Villaggio, profondo conoscitore dell’animo umano che maneggiava anche con la sua tragica comicità, lo dava per scontato: “Nessun uomo  può considerarsi immune dall’invidia. E tutti, prima o poi, caschiamo nella trappola di questo sentimento negativo…”. Un angolo buio dell’animo umano che lo psichiatra e psicoterapeuta Salvatore Capodieci indaga con molta profondità  con un libro molto completo: “Re Salomone e il fenomeno dell’invidia”, edizioni Lup.

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EFFETTI NEGATIVI DELL’INVIDIA

La ricostruzione dello studioso parte dal presupposto che l’invidia, definita come «la peggiore e la più inconfessabile delle emozioni», rappresenta un fenomeno talmente diffuso da riguardarci tutti. Senza esclusioni. Quella che prevale oggi è l’invidia dell’essere, più dell’avere, che deriva dalle forme di successo sociale: il potere, il fascino, la simpatia, il prestigio sociale, l’attenzione dei mass media.

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L’UMILTÀ, LA VERA RISPOSTA ALL’INVIDIA

E l’antidoto più efficace all’invidia, come insegnano appunto le Scritture, non lo si ritrova sul lettino dello psicanalista o attraverso l’uso di qualche farmaco miracoloso, ma con un costante, quotidiano esercizio di umiltà. Parola magica e autentico antidoto al buio depressivo dell’invidia. I cui prezzi e gli sprechi che l’uomo paga, anche in termini di solitudine, sono enormi. Come suggeriva San Paolo l’invidia, infatti, esclude l’amicizia, perché un amico è sempre capace di rallegrarsi per il bene, o per il successo, altrui. E anzi la gioia dell’altro è anche la sua felicità.

SENTIMENTI POSITIVI CHE FANNO VIVERE MEGLIO

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