Tatuaggi: in Italia li hanno 7 milioni di persone

Un fenomeno di massa, che non riguarda soltanto i giovani. Con il rischio di sprecare salute e soldi

dati istat tatuaggi italia 1

Gli italiani sono ormai un popolo di tatuati. Un fenomeno in costante e galoppante crescita che ormai, secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, ha conquistato quasi 7 milioni di persone, pari al 12,8 per cento della popolazione. Considerando poi anche le persone che hanno avuto un tatuaggio e poi hanno deciso di eliminarlo (ex tatuati), questa percentuale sale al 13,2 per cento, con una significativa maggioranza di donne.

La cosa interessante di questi dati ufficiali riguarda la tipologia dei tatuati: non è vero che si tratta di un’abitudine tipicamente giovanile. La fascia di popolazione che ha più tatuaggi è quella tra i 35-44 anni (si arriva al 23,9 della popolazione), mentre i tatuati nella fascia di età tra i 12 e i 17 anni sono il 7,7 per cento della popolazione. Secondo un sondaggio del 2018 di Dalia Research, l’Italia avrebbe il tasso più alto del mondo di persone con tatuaggi, seguita dalla Svezia e dagli Stati Uniti.

Il boom dei tatuaggi, ben raccontato nelle sue motivazioni dal Censis, che ha incluso il fenomeno già nel Rapporto sulla situazione sociale dell’Italia del 2017. Un linguaggio, quello dei tatuaggi sparsi su tutto il corpo, che in alcuni casi, certamente non sempre, può avere motivazioni diverse dall’estetica, e rappresenta una forma di narcisismo, di affannosa e truccata ricerca di una bellezza del corpo, con metodi fai-da-te, di un Ego che non trova altri sbocchi facili come quello di dipingere il corpo.

Tutto ciò con alle spalle una vera industria dei tatuaggi (l’Istat ha fatto entrare il tatuaggio nel paniere della spesa degli italiani), inquinata da centri improvvisati e pericolosi. Da qui il doppio rischio dei tatuaggi: un modo per sfigurare il corpo, anche irreversibilmente, e soldi spesi inutilmente.

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