Paolo Cappuccio, chef stellato di origine napoletana, considerato uno dei primi del mondo (Ma chi le fa queste classifiche? E con quali criteri?), non sappiamo quanto vale ai fornelli, perché non abbiamo mai avuto il desiderio di sprecare qualche centinaio di euro per assaggiare la sua cucina presso il ristorante gardesano «La casa degli Spiriti» ( 149esimo posto ai Best Chef Awards del 2017). Ma speriamo, per i suoi clienti, che non sia un'”inguacchiata”, come le cose volgari e stupide scritte sulla pagina Facebook di Cappuccio nella veste di ristoratore che offre posti di lavoro.
Il genio della cucina stellata made in italy deve aprire un nuovo locale in Val di Fassa (forse ha capito che da quelle parti ci sono nuovi clienti da spennare), e ha pensato bene di offrire alcuni posti di lavoro, con buoni stipendi, da 2mila a 4mila euro, a chi fosse interessato alla proposta. Ma con alcune esclusioni, messe nero su bianco sul post su Facebook, con frasi triviali e sciocche: Capuccio non vuole “comunisti” ( E chi sarebbero? Forse sono resuscitati nel mondo delle cucine stellate?), “fancazzisti” (difficile pensare che ai fornelli si possa perdere tempo, con i ritmi imposti dalle ordinazioni ai tavoli), “persone con problemi di alcol, droga e di orientamento sessuale” (l’assemblaggio in un unica categoria di cose così distanti è un esercizio palese di ignoranza stellata), “master chef del cazzo” (il turpiloquio diventa il linguaggio corrente di questo cuoco damerino).
Probabilmente Cappuccio aveva solo bisogno di farsi pubblicità e ha scelto il modo più facile per averla a costo zero (la sua offerta di lavoro è stata subissata di insulti sui social e lo chef è stato costretto a rimuoverla), ma replicare con lo stesso tono al cuoco a caccia di visibilità è altrettanto stupido e volgare. Per esempio, dargli del “fascista” , significa solo sprecare una parola che ha un significato e un contesto storico di riferimento molto precisi. Cappuccio è solo l’ennesimo testimonial di una categoria, gli chef stellati, affollata da personaggi arroganti e autoreferenziali, oracoli del nulla quando vanno in televisione brandendo la clava della loro presunta professionalità in una serie di programmi demenziali. A questo punto, meglio ignorarlo e magari non mettere mai piede in uno dei suoi locali.
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