Finora il Canyon di Caprera, situato tra le 15 e le 30 miglia al largo del lato Nord-Est dell’isola, in acque internazionali, in Sardegna, è sempre stato considerato un luogo magico, per via dei suoi 1000 metri di profondità, e precisamente «uno dei più grandi canyon sottomarini della regione del Mar Tirreno».
>Ma adesso sappiamo una cosa in più, molto importante per la sostenibilità marina, e per gli obiettivi di protezione e conservazione degli oceani: il Canyon di Caprera è una delle zone a maggiore biodiversità per i cetacei dell’intero Mediterraneo. Un vero e proprio rifugio, e allo stesso un’area dove trovare cibo per delfini, balenottere comuni, capodogli, grampi e tursiopi.. Ma anche per le tartarughe, le mobule e gli squali.
La scoperta si deve a un lungo lavoro di ricerca, durato ben nove anni, con 216 spedizioni in mare, percorrendo oltre 30 mila chilometri e registrando 810 avvistamenti, da parte dall’associazione Sea Me Sardinia, con il supporto di One Ocean Foundation.
Lo studio, con tutte le conclusioni dell’indagine sul campo, è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale PLOS One e arriva alla conclusione che il Canyon di Caprera è «un importante hotspot per i cetacei e un punto nevralgico per la conservazione della biodiversità marina nel Mediterraneo».
Il “Canyon di Caprera” , ricordiamolo, è un sito caratterizzato da una massiccia gola rocciosa che offre uno spettacolo naturale unico. Le pareti del canyon sono alte e scoscese, e creano un ambiente suggestivo che attira gli appassionati di escursionismo e gli amanti della natura selvaggia. A queste bellezze si può aggiungere il connotato di nursery per diverse specie marine, oggi minacciate. Da qui la richiesta di Sea Me Sardinia, avanzata dal suo presidente Luca Bittau, di dichiarare il “Canyon Caprera” un’area cruciale per i mammiferi marini e quindi una zona marina protetta.
Foto di copertina tratta dalla pagina FB SEAME Sardinia
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