Dove nascono le bugie sulla crisi climatica

Da un’ideologia, fondata sul falso mito della magia del mercato, che tutto può e decide. Da qui l’obiettivo di screditare la scienza, la ricerca, e le persone che vi lavorano

facolta di medicina ignorano crisi climatica

Di Massimo Polidoro

 

Quando uscì Mercanti di dubbi, molti lettori ebbero la sensazione di trovarsi davanti a un libro che rivelava qualcosa di fondamentale: la disinformazione non nasce dal nulla, ma è costruita con metodo, finanziamenti e strategie precise. Quel volume ha avuto il merito di mostrare come il dubbio, invece di essere lo strumento prezioso che la scienza utilizza per progredire, possa trasformarsi in un’arma distorta, fabbricata per difendere interessi economici e ideologici. Oggi, osservando il mondo attorno a noi, possiamo dire che tutto ciò che Mercanti di dubbi aveva previsto si è puntualmente avverato: il dubbio fabbricato è diventato la strategia dominante per chi vuole screditare la scienza.

Oggi, con Il Grande Mito, Naomi Oreskes ed Erik Conway compiono un passo ulteriore e ci invitano a guardare al quadro più ampio. Se Mercanti di dubbi spiegava come si fabbrica l’incertezza, questo nuovo libro ci aiuta a capire perché tante persone, per decenni, hanno trovato convincenti quelle narrazioni. La risposta sta in un’ideologia profonda, sedimentata nella cultura americana: il “fondamentalismo del mercato”.

L’idea che i mercati funzionino meglio quando sono lasciati completamente liberi da vincoli è diventata, nel tempo, quasi una fede religiosa. Nel racconto di Oreskes e Conway, vediamo come un intreccio di imprenditori, think tank, università finanziate da interessi privati, predicatori e politici abbia costruito nel corso del Novecento un vero e proprio mito: quello secondo cui libertà economica e libertà politica sarebbero indivisibili, e qualunque regolamentazione porterebbe inevitabilmente verso il totalitarismo.

Non è sempre stato così. Lo stesso Adam Smith, spesso invocato come padre del libero mercato, riconosceva l’importanza del ruolo del governo per garantire infrastrutture, regole bancarie eque, salari adeguati. Ma nel tempo la sua eredità è stata semplificata, stravolta, piegata alle esigenze di chi voleva opporsi a leggi sul lavoro minorile, a norme ambientali, a sistemi fiscali progressivi. Così, una tesi debole e infondata – l’idea che il mercato da solo possa garantire benessere e libertà – è stata diffusa con campagne pubblicitarie, programmi scolastici, film, libri di testo riscritti ad hoc.

Il risultato è stato un capovolgimento culturale: laddove all’inizio del secolo scorso molti cittadini americani diffidavano dei grandi monopoli e vedevano nello Stato un alleato, nel giro di poche decadi si è arrivati a percepire il governo come un nemico e i leader aziendali come eroi moderni.

Uno degli aspetti più importanti che questo libro ci aiuta a comprendere è che il rifiuto della scienza non nasce mai da una mancanza di dati o di istruzione. Non è una questione di “analfabetismo scientifico”, come si pensava in passato, ma di ideologia. Accettare i dati sul cambiamento climatico significa riconoscere la necessità di regole, tasse, vincoli: esattamente ciò che i fautori del mercato senza freni vogliono evitare. Ecco allora che diventa più facile screditare gli scienziati, insinuare dubbi sulle loro motivazioni, dipingerli come parte di un’élite ostile alla libertà.

Dal tabacco all’amianto, dai pesticidi fino al riscaldamento globale, la trama è sempre la stessa: quando la scienza dimostra che un’attività economica ha costi insostenibili per la salute o per l’ambiente, la risposta non è confutare i dati (impossibile), ma mettere in discussione la legittimità stessa della scienza e del governo che dovrebbe tradurla in politiche.

Questa dinamica raggiunge il suo culmine durante la seconda amministrazione Trump. Non più soltanto strategie sottili, campagne mediatiche o think tank ben finanziati, ma un rifiuto esplicito e ostentato. Davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Trump dichiara che i cambiamenti climatici sono “una frode”. Un’affermazione che segna un punto di non ritorno: la negazione non è più mascherata, ma diventava dichiarazione politica, identitaria, rivendicata.

Il paradosso è che contemporaneamente la Cina si ritrova a incarnare il ruolo di “adulto nella stanza”, assumendo una leadership nelle energie rinnovabili, nei veicoli elettrici, nelle politiche climatiche globali. Che un regime autoritario appaia più responsabile di una democrazia nel fronteggiare la sfida più cruciale del nostro tempo è un ribaltamento che non possiamo permetterci di ignorare.

The Big Myth ci mostra che non si tratta di eventi isolati, ma di un filo che unisce più di un secolo di storia americana. Dalle battaglie contro il New Deal alla demonizzazione della biologa marina Rachel Carson, paladina della lotta al DDT, dalle campagne sul tabacco fino alle polemiche sul clima, il mito del mercato libero da ogni vincolo ha fornito la cornice culturale in cui il negazionismo scientifico ha potuto prosperare.

ORESKES CONWAY IL GRANDE MITO 2025 trascinato

Ed è proprio questa prospettiva storica che rende il libro così attuale. Non siamo di fronte a una curiosità accademica, ma a una chiave per leggere il nostro presente. In un’epoca in cui la disinformazione corre sui social network, in cui i “deepfake” e l’intelligenza artificiale possono fabbricare prove false e diffonderle in poche ore, comprendere le radici ideologiche di queste dinamiche diventa ancora più urgente.

La scienza è vulnerabile non quando si sbaglia – perché correggersi è parte integrante del suo metodo – ma quando le sue scoperte minacciano interessi consolidati. In quei momenti, il rischio non è che la scienza perda la propria forza, ma che venga delegittimata agli occhi del pubblico. E questo, come dimostrano gli autori, non accade mai per caso. 

Il testo di Massimo Polidoro è l’Introduzione del libro Il Grande Mito di Naomi Oreskes ed Erik Conway (Edizioni Ambiente) che fa parte della collana “Connessioni”, curata da Gianfranco Bologna. Qui trovate gli ultimi libri della Collana, e con un semplice clic potete anche acquistarli.

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