Quando conviene cambiare il gestore di gas e luce

Non sempre si fa un buon affare, e in alcuni casi sicuramente si sprecano soldi. I confronti da fare, le cose da valutare, le trappole da evitare

MIGLIOR FORNITORE LUCE E GAS
Cambiare gestore per la fornitura di gas e luce, sulla base della martellanti campagne pubblicitarie e di marketing (talvolta anche scorrette con abusi telefonici) non sempre è un buon affare, e anzi può trasformarsi in un doppio spreco di soldi: si perde una tariffa conveniente, che invece si possiede; i costi sono più alti, magari perché, rispetto al gestore precedente, aumentano le spese fisse, anche se ci consuma poco. 
 

Che cosa sapere quando si cambia gestore

Per cambiare il fornitore di gas e luce è molto più semplice di una volta, quando si poteva impazzire tra i vari passaggi. Adesso ogni consumatore deve essere consapevole dei suoi diritti, nel caso intenda cambiare il gestore. In particolare:
  • Il cambio è gratuito
  • Non bisogna dare alcuna disdetta al vecchio fornitore, se ne occuperà il nuovo
  • Non sono previste modifiche negli impianti e dei contatori
  • La continuità della fornitura di gas e luce è assicurata
  • I tempi del cambio devono essere molto veloci: è un diritto del consumatore.

Quando conviene

Il cambio va valutato a tutto tondo, e cambiare gestore conviene sicuramente quando:
  • prezzo energia-gas
  • costo fisso annuo
  • stabilità del prezzo
  • durata
  • condizioni contrattuali

Per valutare l’effettiva convenienza di un cambio di gestore bisogna, essere ben informati innanzitutto  leggendo bene e con attenzione la bolletta. E qui che si decide se esiste o meno un buon motivo per cambiare gestore.Allo stesso modo, per fare tutte le comparazioni del caso, potete, con calma, usare un comparatore indipendente (innanzitutto quello di ARERA,  L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, e poi quello di altri siti specializzati) per valutare le migliori offerte.

 

Quando non conviene

Sicuramente non conviene cambiare gestore, e si rischia di sprecare solo soldi, quando il gestore che si vuole sostituire ci garantisce:
  • il prezzo  bloccato verso il basso del valore di mercato
  • i costi fissi ridotti rispetto a tutti i suoi concorrenti
  • alcune condizioni vantaggiose difficili da ritrovare nel momento del cambio di gestore.

La trappola delle offerte promozionali

Alcuni gestori attirano nuovi clienti con:
  • prezzo iniziale molto basso
  • bonus di benvenuto
  • sconti temporanei

Ma dopo 6–12 mesi:

  • il prezzo sale
  • gli sconti spariscono
  • i costi fissi aumentano

In questo caso, un avventato cambio di gestore si è trasformato sicuramente in uno spreco di soldi che paghiamo con la bolletta.

Condizioni capestro

Alcuni contratti includono:
  • vincoli di durata
  • clausole di recesso
  • obbligo di domiciliazione o bolletta digitale
  • costi extra in caso di ritardi

Se cambiate gestore senza leggere bene, potreste ritrovarvi con  costi imprevisti.

Cambiare spesso può danneggiare il consumatore

A volte una tariffa conviene proprio nel medio-lungo periodo (12–24 mesi).
Se la cambi dopo pochi mesi per inseguire una promozione, rischiate:

  • di perdere la convenienza
  • di passare a un’offerta meno stabile
  • di accumulare aumenti progressivi.

I furbetti delle offerte

Alcuni fornitori mostrano un prezzo kWh o Smc basso, ma poi:
  • aggiungono costi fissi alti
  • includono servizi opzionali attivati automaticamente
  • usano fasce orarie poco convenienti per te

Il risultato? Pagate più di prima, anche se la tariffa sembra economica.

La scadenza di fine anno

I cambi del gestore, quando ci sono le condizioni che li giustificano, vanno fatti comunque prima dell’arrivo del nuovo anno. C’è sempre qualcosa, a danno del consumatore, che cambia con l’anno successivo. Per esempio:il mercato tutelato per il gas è terminato già da qualche anno; chi non ha scelto un fornitore del mercato libero è passato automaticamente con offerte “in deroga” (spesso chiamate PLACET in deroga), per le quali  è prevista una proroga fino al 31 dicembre 2025. Questo significa che, dopo quella data (o poco dopo, in base a decisioni successive), chi non avrà scelto un fornitore del mercato libero con un contratto specifico potrebbe trovarsi con condizioni non più standard o meno convenienti, oppure essere “spostato d’ufficio” su offerte meno trasparenti.

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