Come avere i gemelli

Possono contare età, peso e alcuni alimenti come il latte e le patate dolci. La moda, importata dagli Stati Uniti, del desiderio dei gemelli

MODA DEI GEMELLI

COME AVERE GEMELLI

Le possibilità di avere gemelli sono molto basse: appena l’1,1 per cento, secondo le statistiche della Spanish fertility society (Sef), e dello 0,4 per cento nel caso di gemelli identici. Ma queste percentuali possono salire in modo significativo grazie ad alcuni interventi.
  • Assumere acido folico: secondo le statistiche, in questo modo le possibilità di avere gemelli aumentano del 40 per cento.
  • Latte e derivati. Sono prodotti che aiuterebbero la fecondazione multiplica, come le patate dolci, molto studiate per spiegare i frequenti parti gemellari in Africa occidentale.
  • L’età avanzata non aiuta ad avere un bambino, ma dopo i 40 anni le possibilità di un parto gemellare aumentano del 30 per cento. Si calcola che oltre il 70 per cento delle donne che hanno partorito dopo i 45 anni abbiano due gemelli. 
  • Allattare al seno fa crescere le probabilità di un futuro, possibile parto gemellare.
  • La pillola anticoncezionale, se viene eliminata al momento di iniziare a provare una gravidanza, aumenta le probabilità di un parto gemellare. Almeno entro i primi tre mesi dalla fine dell’assunzione della pillola anticoncezionale.
  • Il peso corporeo della madre uguale o superiore a 30 costituisce un fattore significativo a favore della poliovulazione. 

TIPI DI GEMELLI

La differenza fondamentale dei gemelli resta quella tra monozigoti e dizigoti. I primi condividono lo stesso genoma, sono nati dallo stesso ovulo fecondato, che si divide nei primissimi stadi dopo il concepimento. I gemelli dizigoti, invece, sono nati da due ovuli fecondati diversi, non condividono lo stesso genoma, sono fratello e sorella e condividono il 50 per cento del patrimonio genetico.

REGISTRO NAZIONALE GEMELLI

In Italia esiste, dal 2001, un Registro nazionale dei gemelli che consentono di studiare tutta una serie di aspetti di questi parti. Per esempio: quanto contano i fattori genetici e quanto invece sono determinanti i fattori ambientali, dalla salute generale dei genitori agli stili di vita. Inoltre, attraverso il Registro nazionale dei gemelli, si fanno indagini sulla compresenza di malattie diverse dovuta a geni condivisi. Recentemente si è scoperto, per esempio, che l’asma dipende al 92 per cento da componenti genetiche, la rinite per il 78 per cento. Al momento risultano iscritti al Registro nazionale dei gemelli 30mila gemelli, dei quali 17mila dizigoti e monozigoti.

MODA DEI GEMELLI

Il desiderio dei gemelli è diventato anche una moda, che arriva come spesso accade dagli Stati Uniti. In America le mode sulla famiglia partono dalle foto dei divi di Hollywood, il luogo dove la famiglia è calpestata per antonomasia. Sono i vezzi della società dell’immagine che ha sempre bisogno dello scalpo di un divo sul quale appiccicare una nuova tendenza. Adesso tocca ai gemelli, alla voglia di “twins”. Li hanno avuti George Clooney e Amal, Brad Pitt e Angelina Jolie, e allora perché non desiderarli tutti?

La tendenza è stata immediatamente avvolta nell’alone del fascino. Così giornali e rotocalchi televisivi sono imbottiti dei racconti di genitori felici per essere riusciti a fare i gemelli. Affascinano, sono strabilianti, commuovono. E, guarda caso, sono perfetti per la pubblicità in formato Mulino Bianco. Risultato: secondo i dati della Society for Assisted Reproductive Technology, nell’ultimo trentennio i parti gemellari in America sono quasi raddoppiati. Erano, nel 1980, 1 ogni 53; sono diventati, nel 2015, 1 ogni 30. E anche in Italia i parti gemellari sfiorano il 2 per cento del totale.

VOGLIA DI GEMELLI

Inutile dire che la moda prescinde dalle reali esigenze e dalle possibilità di una famiglia. Non tutti hanno i budget dei divi di Hollywood e l’arrivo dei gemelli non solo può creare un buco nella gestione familiare, ma può anche cogliere impreparati i genitori. Gratta gratta, dietro questa moda, questo desiderio collettivo di famiglie con gemelli, non c’è tanto un nuovo e più solido istinto familiare. No, c’è un’industria che si muove a passo militare con i suoi interessi e la sua filiera: l’industria della procreazione mediamente assistita.

In questi centri, diffusi a macchia d’olio in tutti gli Stati Uniti, gli interventi e i trattamenti sono, in media, 2mila l’anno, con pazientiate nel 53 per cento dei casi hanno un’età superiore ai 40 anni, quindi sono al limite della soglia oltre la quale non è più possibile avere figli. E con le bombe che arrivano attraverso i trattamenti di fertilità, in tanti casi arrivano anche i gemelli. Monozigoti, due bambini praticamente identici, in quanto nati da un singolo ovulo; oppure eterozigoti, con i gemelli che arrivano da due ovuli, e sono per questo definiti gemelli-fratelli. Perfino questa differenza viene inclusa nel pacchetto “tutto compreso” che porta il cliente-consumatore, non più la persona, a esaudire il suo desiderio di gemelli. Con tanto di prodotti e di cibi da selezionare per favorire il buon risultato del trattamento. ed è un altra voce del fatturato da voglia di “twins”.

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