Anemia mediterranea: la malattia ereditaria del sangue

La causa è un difetto genetico. Tra i sintomi debolezza, pallore e gonfiore addominale. Le cure possibili.

anemia mediterranea

Che cos’è l’anemia mediterranea o talassemia

L’ anemia mediterranea, scientificamente nota come talassemia (in particolare la beta-talassemia nella sua forma più grave), è una malattia del sangue di origine ereditaria. È caratterizzata da un difetto genetico che porta a una ridotta o assente produzione di emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi fondamentale per il trasporto dell’ossigeno dai polmoni a tutti i tessuti e organi del corpo.

Questa carenza di emoglobina funzionale causa una distruzione precoce dei globuli rossi (anemia emolitica), con conseguente scarsa ossigenazione dell’organismo. La gravità della malattia, i sintomi e le conseguenze variano notevolmente in base al tipo specifico di difetto genetico ereditato.

Tipi di talassemia

Le talassemie sono un gruppo eterogeneo di anemie ereditarie e vengono classificate principalmente in base a quale catena globinica dell’emoglobina è prodotta in quantità insufficiente. L’emoglobina adulta (HbA) è composta da due catene alfa (α) e due catene beta (β).

I due tipi principali sono:

  1. Alfa-talassemia: Causata da un difetto nella produzione delle catene alfa-globiniche. La gravità dipende dal numero di geni alfa-globinici difettosi (normalmente sono quattro, due per ogni cromosoma 16):
    • Portatore silente (1 gene difettoso): Generalmente asintomatico.
    • Alfa-talassemia minor o tratto alfa-talassemico (2 geni difettosi): Può causare un’anemia lieve, spesso asintomatica o con sintomi lievi.
    • Malattia da emoglobina H o alfa-talassemia intermedia (3 geni difettosi): Causa anemia da moderata a grave, con sintomi più evidenti.
    • Alfa-talassemia major (idrope fetale o emoglobina di Barts) (4 geni difettosi): È la forma più grave, spesso incompatibile con la vita e può portare a morte intrauterina o subito dopo la nascita.
  2. Beta-talassemia: Causata da un difetto nella produzione delle catene beta-globiniche (i geni si trovano sul cromosoma 11). Questa è la forma più comunemente associata al termine “anemia mediterranea”, specialmente nelle popolazioni del bacino del Mediterraneo, Medio Oriente e Sud-Est Asiatico. Anche qui la gravità varia:
    • Beta-talassemia minor o tratto beta-talassemico (eterozigote, 1 gene difettoso): I soggetti sono portatori sani e di solito presentano un’anemia lieve (microcitemia) e sono asintomatici o con sintomi molto lievi come affaticamento. Possono però trasmettere il gene difettoso ai figli.
    • Beta-talassemia intermedia (omozigote o doppio eterozigote con mutazioni meno gravi): Presenta un quadro clinico variabile, con anemia di grado moderato. I pazienti possono necessitare di trasfusioni occasionali. I sintomi si manifestano più tardivamente rispetto alla forma major.
    • Beta-talassemia major o Morbo di Cooley (omozigote o doppio eterozigote con mutazioni gravi): È la forma più severa di beta-talassemia. I sintomi compaiono nei primi mesi o anni di vita e richiedono trasfusioni di sangue regolari per la sopravvivenza. Questa è la condizione a cui ci si riferisce più specificamente con il termine anemia mediterranea nel suo significato più grave.

Esistono anche forme più rare come la delta-beta talassemia, in cui è compromessa la produzione sia delle catene delta che beta.

Cause

La causa dell’anemia mediterranea è un difetto genetico ereditario. Si tratta di una malattia autosomica recessiva, il che significa che per manifestare le forme più gravi della malattia (talassemia major o intermedia), un individuo deve ereditare due copie del gene difettoso, una da ciascun genitore (entrambi portatori sani o affetti da forme più lievi).

Se si eredita un solo gene difettoso, si è portatori sani (talassemia minor o tratto talassemico) e generalmente non si manifestano sintomi gravi, ma si può trasmettere il gene alla prole.

Le mutazioni genetiche responsabili della talassemia interessano i geni che codificano per le catene globiniche (alfa o beta). Queste mutazioni possono essere di vario tipo (delezioni, mutazioni puntiformi) e portano a una ridotta (β+ o α+) o assente (β0 o α0) sintesi della catena globinica corrispondente.

Lo sbilanciamento nella produzione delle catene globiniche porta alla formazione di emoglobina anomala e instabile, che danneggia i globuli rossi, causandone la distruzione prematura (emolisi) sia nel midollo osseo che nel circolo sanguigno.

Sintomi

I sintomi dell’anemia mediterranea variano ampiamente a seconda del tipo e della gravità della talassemia. Ecco i sintomi in base alla gravità della malattia.

Portatore sano di anemia mediterranea

I portatori sani ((talassemia minor/tratto talassemico), spesso sono asintomatici o possono presentare un’anemia molto lieve con sintomi quali leggero affaticamento, specialmente in situazioni di stress.

Talassemia intermedia

I sintomi sono variabili, da lievi a moderati. Possono includere:

  • Anemia cronica.
  • Affaticamento e debolezza.
  • Pallore.
  • Ittero (colorazione giallastra della pelle e degli occhi).
  • Ingrossamento della milza (splenomegalia) e talvolta del fegato (epatomegalia).
  • Possibili ritardi nella crescita e nello sviluppo.

Talassemia major (Morbo di Cooley)

I sintomi sono gravi e compaiono solitamente entro i primi due anni di vita. Include i sintomi della talassemia intermedia con sintomi aggiuntivi gravi quali:

  • Anemia grave che richiede trasfusioni regolari.
  • Debolezza e affaticamento marcati.
  • Ritardo nello sviluppo.
  • Deformità ossee: Tipiche quelle del viso (aspetto “orientaleggiante” o “a scoiattolo” dovuto all’espansione del midollo osseo nel tentativo di produrre più globuli rossi) e fragilità ossea con aumentato rischio di fratture.
  • Gonfiore addominale dovuto all’ingrossamento di fegato e milza (epatosplenomegalia).
  • Urine scure.
  • Suscettibilità alle infezioni.
  • Complicanze da sovraccarico di ferro (emocromatosi secondaria): Dovute alle frequenti trasfusioni, il ferro si accumula in vari organi (cuore, fegato, ghiandole endocrine) causando danni nel tempo (es. insufficienza cardiaca, cirrosi epatica, diabete, ipotiroidismo, ridotta fertilità).

Cure e trattamenti

Le cure per l’anemia mediterranea dipendono dalla gravità della malattia.

  • Talassemia minor (portatori sani): Generalmente non richiede alcun trattamento specifico, se non un monitoraggio e, in alcuni casi (come durante la gravidanza), un’eventuale supplementazione di acido folico. È importante la consulenza genetica.
  • Talassemia intermedia: Il trattamento è variabile. Alcuni pazienti potrebbero non necessitare di trasfusioni regolari o solo occasionalmente, mentre altri potrebbero richiederle più frequentemente. Può essere necessaria la terapia ferrochelante se si sviluppa un sovraccarico di ferro. L’acido folico è spesso raccomandato.
  • Talassemia major (Morbo di Cooley): Il trattamento è complesso e mira a gestire l’anemia e prevenire le complicanze:
    1. Trasfusioni di sangue regolari: Sono il cardine della terapia e vengono effettuate ogni 2-4 settimane per mantenere livelli di emoglobina adeguati, migliorare l’ossigenazione dei tessuti, ridurre i sintomi dell’anemia e sopprimere l’eccessiva produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo (che causa le deformità ossee).
    2. Terapia chelante del ferro: Essenziale per prevenire e trattare il sovraccarico di ferro causato dalle trasfusioni. Consiste nella somministrazione di farmaci (chelanti) che legano il ferro in eccesso e ne favoriscono l’eliminazione dall’organismo. Esistono chelanti somministrabili per via sottocutanea, endovenosa o orale.
    3. Acido folico: Supplementazione per supportare la produzione di globuli rossi.
    4. Monitoraggio e trattamento delle complicanze: Include controlli cardiologici, epatici, endocrinologici regolari.
    5. Splenectomia (asportazione della milza): Può essere considerata in casi di marcata splenomegalia con iperattività della milza (ipersplenismo) che peggiora l’anemia e aumenta il fabbisogno trasfusionale. Dopo la splenectomia aumenta il rischio di infezioni, per cui sono necessarie vaccinazioni specifiche e profilassi antibiotica.
    6. Trapianto di cellule staminali ematopoietiche (trapianto di midollo osseo): È l’unica cura potenzialmente definitiva per la talassemia major. Viene solitamente considerato in pazienti giovani con un donatore compatibile (idealmente un fratello/sorella HLA-identico). È una procedura complessa e non priva di rischi.
    7. Terapia genica: Rappresenta una frontiera promettente. Consiste nel prelevare le cellule staminali del paziente, correggerne il difetto genetico in laboratorio inserendo una copia funzionante del gene della globina, e poi reinfonderle nel paziente dopo una chemioterapia per eliminare le cellule midollari difettose. Diverse sperimentazioni sono in corso e alcune terapie geniche hanno mostrato risultati molto incoraggianti, portando alcuni pazienti a diventare indipendenti dalle trasfusioni. Questa opzione è ancora in evoluzione e l’accesso è limitato a studi clinici o a specifiche approvazioni regolatorie.

La gestione della talassemia major richiede un approccio multidisciplinare in centri specializzati. Grazie ai progressi terapeutici, l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti sono notevolmente migliorate negli ultimi decenni.

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