Visoni: dopo la chiusura saranno abbattuti?

Gli allevamenti scompaiono anche in Italia, ma il destino di oltre 7 mila visoni è molto incerto. Dove andranno? E di chi sono?

Una buona e una cattiva notizia sul fronte della difesa degli animali. Partiamo dalla buona. Dopo decenni di battaglie in Parlamento e nell’opinione pubblica, finalmente è entrata in vigore, anche in Italia, una legge che chiude gli allevamenti di visoni nel nostro Paese. La cattiva notizia: dove finiranno questi bellissimi animali? C’è il rischio che vengano abbattuti?

ALLEVAMENTI VISONI VIETATI

Gli allevamenti dei visoni in Italia sono dieci, dei quali solo cinque realmente funzionanti (gli altri hanno già sospeso la loro attività in seguito alla pandemia). Al loro interno ci sono più di 7mila visoni da liberare. Le associazioni ambientaliste cantano vittoria, per una battaglia parlamentare che ha visto alleate, trasversalmente, due donne: Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia e presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, e Loredana De Pretis, senatrice di Leu, ex presidente della Federazione dei Verdi. Dal mese di giugno del 2022 i visoni saranno liberi, e intanto questo tipo di allevamento di animali da pelliccia diventa vietato come in Austria, in Gran Bretagna, nei Paesi Bassi, in Irlanda e in Francia.

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DOVE ANDRANNO I VISONI LIBERATI DAGLI ALLEVAMENTI?

Gli allevamenti dei visoni sono concentrati nelle regioni del Nord, dalla Lombardia al Veneto, ma adesso la domanda che si fanno in tanti è la seguente: dove andranno gli animali liberati? Nella legge si parla, in modo piuttosto generico, di “cessione a strutture organizzate, con la preferenza per quelle gestite direttamente, o in collaborazione, dalle associazioni animaliste riconosciute”. Ma le probabilità che i visoni liberati vengano abbattuti, per vendere la loro pelle, è molto alta. Come avverte Martina Pluda, direttrice per l’Italia della Humane Society International Europe: “I visoni restano di proprietà degli allevatori che ne potranno disporre. E tra l’altro, anche volendo, si tratta di animali che non possono essere liberati in natura per motivi sanitari, sono anche suscettibili al coronavirus, e non c’è spazio nelle strutture citate dalla legge”. Sarebbe un peccato se, dopo tanti anni di battaglie, il risultato finale sarebbe una strage di visoni.

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